Recensione: Save Tomorrow
Paul Bonrud è il chitarrista, polistrumentista e mastermind di una band che trae il proprio monicker direttamente dal suo cognome, e che si è fatto notare già nel 2004 con un’opera prima, anch’essa intitolata semplicemente Bonrud.
“Bonrud” ottenne, infatti, un discreto consenso di critica, ed anche il pubblico attratto dall’AOR e dal melodic-rock, e quello giapponese in particolare, accolsero con sufficiente calore l’album d’esordio del musicista statunitense e del suo combo.
Ci sono voluti ben otto anni, ma ecco che l’axeman statunitense ha sfoderato finalmente il secondo platter della suo progetto, intitolato Save Tomorrow, il quale ci presenta molte conferme e qualche cambiamento rispetto al lavoro precedente.
Paul Higgins è riconfermato dietro alle pelli, e altrettanto avviene per il prestigioso Keith Olsen (Foreigner, Ozzy Osbourne, Fleetwood Mac, Sammy Hagar) dietro il bancone del mixer, mentre una new entry si piazza virtuosamente dietro al microfono: si tratta del vocalist Rick Forsgren, proveniente dai Conditioned Response.
Alle tastiere si alternano, invece, personaggi come Eric Ragno (Graham Bonnet, Fergie Frederiksen, Jeff Scott Soto), Richard Baker (Saga, Santana) e Dave Gross.
Il risultato dell’impegno di siffatta compagine musicale risulta indiscutibilmente di pregevole conio: “Save Tomorrow”, infatti, grazie alle doti creative evidentemente ulteriormente maturate del project-leader, al suono limpido e appassionato della suo strumento musicale principale, nonché alla voce versatile ed espressiva del nuovo vocalist, si dimostra come una lavoro molto godibile e fresco.
Il CD si apre col botto grazie a We Collide, un up-tempo AOR con influenze class-metal ornato da una sei-corde elettrica guizzante e dinamica e da un canto acuto, sicuro e potente. Tra le vette più alte di “Save Tomorrow”, si colloca anche la title-track, altro rocker melodico non lontano dai Journey, e sempre ingemmato da una chitarra elettrica tanto grintosa quanto cristallina; tra gli highlight si staglia pure American Dream, la quale, all’opposto del brano di cui si trattava in precedenza, si manifesta come esempio eccellente di arena rock aggressivo (ma sempre pieno di melodia) e trafitto da un profluvio di riff di chitarra taglienti ed hard.
You’re the One, I’d Do Anything e Blinded offrono altresì spunti più effervescenti, catchy e pop-rock, con ovvi influssi di tanto rock degli Eighties, benché suono e produzione risultino comunque attuali ed up-to-date.
Altri esempi di buona qualità artistica sono End of Days, ballata elettrica midtempo coinvolgente quanto basta, e Liquid Sun, ulteriore slow valorizzato ancora una volta dall’ottima interpretazione vocale e dalle pregiate evoluzioni sonore della chitarra elettrica.
Dietro l’angolo s’intravedono, qua e là, le ombre di numi tutelari dell’AOR e del class-metal come, rispettivamente, Journey e Dokken, e, nei momenti più orecchiabili, pure di Loverboy e Bryan Adams, ma il crogiuolo finale risulta comunque personale e non derivativo.
Nel complesso,” Save Tomorrow” si dimostra, in definitiva, come uno dei lavori più ispirati e amabili dell’annata melodic-rock, e si fa perdonare la presenza di un paio di filler, peraltro dignitosi.
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Line Up:
Paul Bonrud: chitarre, basso
Rick Forsgren: voce
Paul Higgins: batteria
Ospiti:
Richard Baker, Eric Ragno, Dave Gross: tastiere-
Tracklist:
- We Collide
- End of Days
- Save Tomorrow
- Liquid Sun
- I’d Do Anything
- American Dream
- Torn Apart
- Blinded
- Dominoes
- Last Sunrise
- Bullet in the Back
- You’re the One