Recensione: Scaling Up
Kee Marcello è il chitarrista svedese sicuramente familiare ai più per la sua militanza negli Europe nel periodo 1986 – 1992, in sostituzione di John Norum. Va ricordato, però, che l’axeman si era precedente cimentato pure nel glam-rock degli Easy Action, prima formazione scandinava a firmare, negli anni Ottanta, un contratto discografico internazionale.
Dopo gli Europe, Marcello ha prodotto alcuni album da solista, affermandosi ulteriormente come musicista dedito al melodic metal ed all’ hard – blues, ma, in qualche caso (Shine On)., anche inspirato dalla west-coast music.
“Scaling Up” , uscito per Frontiers, che qui ci accingiamo a recensire, è il nuovo lavoro solista di Kee, e vede il nostro guitar-hero (qui votato anche alle tastiere ed al canto, nell’ambito di un power-trio completato da Ken Sandin al basso e Darby Todd alla batteria) alle prese prevalentemente proprio con l’hard rock melodico.
Ne è esempio Wild Child (brano ripreso e ri-arrangiato dai demo originali degli Europe per l’album Prisoners in Paradise, insieme a Don’t Know How To Love No More, una classica power-ballad intensa ed evocativa), incline ad un rock dinamico, avvincente e groovy, nonchè arricchito dalla presenza di Michele Luppi alle tastiere.
Soldier Down, ancora, è un uptempo MHR memore del sound degli Europe e degli Easy Action, mentre On The Radio è un rock tanto frizzante quanto irrequieto, caratterizzato dal ritmo saltellante e dagli assoli pregiati della sei-corde.
Don’t Miss You Much, poi, è un midtempo dalle ariose melodie che invade il territorio del vero e proprio AOR.
Tra i brani più intensi e grondanti feeling, non possiamo non citare Good Men Gone Bad, inquieto hard rock (con sfumature blues), dai lunghi assoli di chitarra quasi fusion (qui è ospite l’altro asso della chitarra Mattias Eklundh).
Altrove, invece, si rinvengono riferimenti a grandi maestri di certo hard rock: Scaling Up, infatti, è un incalzante e piacione brano veloce in stile Whitesnake, mentre Blow By Blow, con i suoi cori da stadio ed il suo groove offre punti che richiamano certi Aerosmith.
Tra le composizioni più coinvolgenti del lotto vi sono, inoltre, quelle a più alto tasso di raffinatezza e melodia: Scandinavia (dalle ampie ed avvincenti melodie), Fix Me (morbido e sinuoso midtempo impreziosito, oltre che dai tocchi di chitarra, anche da delicate tracce di sintetizzatore), e, infine, Finger On The Trigger (morbida ballata evocativa priva di banalità ed intarsiata dall’ inevitabile ma gradito liquido e limpido assolo di Marcello).
Per concludere: Scaling Up è un’opera che propone un melodic rock certamente senza sorprese, ma anche molto ispirato ed efficace, che piacerà ai fans degli Europe pur senza indugiare in alcuna pedissequa riproduzione del suono di quella band.
La chitarra è, naturalmente, in prima piano, ma il full-length non è costruito sterilmente intorno ad essa, ponendola sempre, bensì, funzionalmente al servizio delle (belle) canzoni.
Francesco Maraglino