Recensione: Scandinavian Leather

Di King Fear - 6 Aprile 2003 - 0:00
Scandinavian Leather
Band: Turbonegro
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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85

A volte ritornano…c’è chi ritorna per occupare il tempo libero in qualche modo che non sia affogarsi in un bicchiere di Jack Daniels… chi invece ritorna perchè nel Jack Daniels ha investito i suoi ultimi 10.000 dollari… chi ritorna per arricchire qualcuno. Ma a volte, e capita sempre più raramente, qualcuno ritorna perchè ha ancora tanto da dire, tanta voglia di suonare e tanta voglia di mettere a ferro e fuoco il palco di turno. Ed è il caso dei Turbonegro band seminale nel panorama Scan Rock ritornato di moda (forse) recentemente, sono i figli di quegli Hanoi Rocks (riformati recentemente anche loro) che un quindicina di anni fa hanno sfiorato il successo, meno glam e molto più punk. Con cinque album alle spalle tutti di ottimi (su tutti Ass Cobra e Apocalypse Dudes) mi sono avvicinato all’ultimo cd storcendo un po’ il naso “eccoli qua -mi sono detto- dopo essere stati tra i padri di un genere ingrato (economicamente parlando) riappaiono quando c’è la torta da dividere”. Invece il combo svedese la torta se la può portare a casa, tutta intera. 13 brani che sputano sudore e rabbia di chi per troppo tempo è rimasto ai margini di un genere che ha inventato. Con la prepotenza di chi è stato detronizzato e dimenticato per troppo tempo. Quello che non uccide rende più forti avranno pensato 5 scandinavi mentre incidevano un cd che è meglio del viagra, che istiga all’autodistruzione, all’abuso di sostanze supefacenti e/o con tasso alcolico che non scenda sotto i 40°. Sono tornati più incazzati e intransigenti con una produzione sporca e rozza come una prostituta alla 5 del mattino mentre torna a casa, con un suono che è paragonabile a delle mutande di carta vetrata.. Non esistono paragoni, se non l’ottimo esordio degli Hellacopters (supershitty to the Max) che ne riprendeva per certi versi la produzione e l’irriverenza. Ma qui siamo oltre siamo al cospetto del Diavolo e per quanto Charles Manson possa essere malvagio non sarà mai al pari di Lucifero. siamo difronte forse alla miglior produzione del gruppo per compatezza: tra le tredici canzoni si fatica a trovare l’anello debole della catena (altra cosa rarissima ai nostri giorni); produzione: perfetta per il genere, polverosa tanto da dover pulire lo stereo ogni 2 ascolti; e l’attitudine: quella che oggi manca a tutti gli pseudo gruppi post grunge post metal nu metal post punk post di qua e post ti di là… più che post sembrano post-icci e finti. Mossettine alla Linkin Park?? io preferisco il sano odore del sudure su un palco di legno in un fumossimo club con una bella media (birra) davanti… Non passeranno mai in radio e per questo non passeranno mai di moda, ammesso cha mai lo siano stati. Qui nessuno inventa niente a livello musicale, non si stravolge la storia del rock, qui si suona soltanto per il piacere di vedere persone saltare e scuotere il tesolone. Benvenuti al party più lussurioso eccitante massacrante e ubriacante della vostra vita. PS Unitamente all’acquisto del cd consiglio l’acquisto di un pacco famiglia di scottex casa: la camera toccherà pulirla a voi e vi assicuro sarà un lavoraccio.

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