Recensione: Scarlet Eyes [EP]
Alla ricerca del vuoto. Nati dalle ceneri dei Räjähdys nel 2013, i torinesi Void Seeker affrontano alcuni cambi di lineup prima di raggiungere l’attuale formazione, durante l’anno successivo, con i nuovi entrati Federico Matarazzo (voce) ed Andrea Rodella (ritmica e growls), che vanno a completare la rosa composta da Andrea Garrone (chitarra solista), Stefano Vianello (basso) ed Enrico Pellegrini (batteria). Il loro EP di esordio, un mini-concept composto da tre tracks più una breve intro, si intitola “Scarlet Eyes”, e già dall’artwork ci introduce in un mondo lontano ed opprimente, in cui la caccia alle streghe è incarnata dalla nera lacrima su un volto femminile dall’iride scarlatta, in un’espressione di estrema tristezza ed abbandono, mentre tutt’intorno lo scenario sembra svanire in un denso fumo: è l’ora della sentenza.
Rumore di passi. Una porta si apre, cigolando. Uno straziante pianto femminile. “Sentenced”. Fuoco! L’apertura di “Scarlet Eyes” non lascia neppure il tempo di tirare un respiro dal singhiozzo di pochi istanti prima: il riffing in alternate picking è subito serrato, come da buona tradizione power, con Federico che spinge subito su tonalità altissime al microfono, la batteria entra in carica furente e la chitarra solista sostiene con una linea parallela stile André Olbrich… e siamo subito al ritornello con doppia cassa indiavolata e growl in background. A metà brano ancora cambi di tempo: accelerazione, growl, assolo in mid-tempo e di nuovo fuoco alle polveri per strofa e ritornello.
Those who aid the demon, they will be cleansed by the fire from whence they came!
Con la breve e straziante clip audio tratta dalla morte di Cybil nel film Silent Hill (Christophe Gans, 2006), a parere di chi scrive una tra le migliori trasposizioni cinematografiche tratte da una serie videoludica, veniamo accolti in “Lost Desire”. I Void Seeker ci vogliono ammaliare ad ogni costo grazie ad un’inaspettata poliedricità, giocando astutamente la carta della ballad con tanto di ospiti: al pianoforte di Matteo Spada (Opening Scenery) si aggiunge la voce soave di Monica Primo (My Black Light), in un duetto con Federico Matarazzo. Il risultato è un intermezzo quasi avantasiano ricco di pathos, con un crescendo emozionale sul finale coadiuvato da effetti orchestrali e cori. Di nuovo a ritmi serrati per la chiusura “Revelations”, che come nell’opener non ci concede neppure un attimo di tregua all’avvio al fulmicotone, di nuovo ritornello trascinante, forse un po’ penalizzato il solo al mixer in favore della sezione ritmica in un assedio incessante che travolge l’ascoltatore.
I Void Seeker ci offrono con questo EP “Scarlet Eyes” un tenebroso e potente preludio al disco di debutto, attualmente in fase di composizione, dimostrando un’ampia conoscenza del metallo pesante e delle possibili soluzioni creative, oltre alla voglia di sperimentare e sorprendere con grinta, passione e determinazione. Attraverso quegli occhi scarlatti, la ricerca della vacuità continua…
Luca “Montsteen” Montini