Recensione: Scars

Di Francesco Prussi - 2 Marzo 2003 - 0:00
Scars
Band: Scars
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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70

Ancora una volta Gary Moore si reinventa sfornando un disco pregno di sonorità settantiane e riff Hendrixiani. Irlandese di razza, Gary Moore ha scritto pagine leggendarie della storia del Rock, venuto alla ribalta con gli Skid Row (non quelli di 18life ), entrò nei Colosseum ll, instaurò un rapporto burrascoso con Phil Lynott, entrò ed uscì dalla band varie volte incidendo solo un album stupendo come Black Rose. Cominciò una carriera solista di tutto rispetto (con album stupendi come Over The Hills And Far Away, Run For Cover tanto per citare i primi che mi vengono in mente), sino ad arrivare alla svolta blues con quel capolavoro chiamato Still Got The Blues (a mio modesto parere uno dei dischi di Rock-blues più belli). Ora dopo anche un paio di esperimenti non troppo riusciti, Dark Days in Paradise e A Different Beat in cui l’elettronica la faceva da padrone, il buon Gary decide di riscoprire il piacere di suonare quell’hard-blues sanguigno ed essenziale tipicamente settantiano, facendolo con una formazione a tre ricordando così i celebri gruppi dei settanta come Cream ed Experience. Un suono che giunge dal passato ma che Mr. Moore è riuscito a renderlo attuale nel presente col proprio gusto e classe chitarristica, ormai ampiamente confermata e dimostrata in anni di carriera al top.Certo non si parla di capolavoro, in quanto penso che Gary abbia sfornato dischi migliori ed i risultati raggiunti sono buoni ma non esaltanti; comunque si parla di un disco onesto che sembra concepito durante una jam-session in qualche fumoso Pub. Non per questo il disco suona datato o retrò, anzi quel suono romantico del rock-blues è rivisto e arrangiato con gli strumenti ed i suoni d’oggi senza dimenticare qualche sperimentalismo ormai nel dna di Mr. Moore. A mio avviso, i brani migliori appaiono quelli che mantengono in maniera più viscerale punti di contatto con quanto proposto in dischi come Back To Blues o Still Got The Blues. Col nome di Scars, oltre a Mr. Moore, il nuovo progetto vede coinvolti Darrin Mooney alla batteria (Primal Scream) e Cass Lewis al basso( Skunk Anansie). Un riff Hendrixiano apre When The Sun Goes Down, un rock-blues sostenuto e cadenzato dove il basso di Cass Lewis pulsa che è un piacere e Gary Moore ci introduce nella sua nuova visione della musica con un grande assolo di chitarra. Un riff di chitarra molto secco introduce Rectify, un brano con il cantato di Gary che sembra quasi psicadelico, nel ritornello e nel solo di chitarra s’indurisce diventando più hard. Brano abbastanza spiazzante e che non riesce proprio a convincermi. Di quest’avviso è anche il brano seguente Wasn’t Born In Chigago, un rock-blues con un’atmosfera un po’ troppo modernista che rende il brano atipico. Stand Up viene pervaso da un’andatura psicadelica e da un cantato visionario ma che in ogni caso riprende quota con l’assolo di chitarra. Just Can’t Let You Go è un pezzo molto vario che passa da arpeggi dolci e malinconici a sfuriate quasi psicadeliche. My Baby è un rock-blues abbastanza tradizionale ed in linea con quanto proposto da Gary Moore nei suoi dischi Blues. World Of Confusion mi ricorda parecchio Jimy Hendrix; il giro di chitarra si avvicina a Manic Deppresion. Ball And Chain è un roccioso Hard-Blues dove l’eredità del chitarrista di colore torna a farsi sentire. Il lungo solo finale, in chiaro stile settantiano, mette i brividi per la liricità dei fraseggi di Mr. Moore in un’atmosfera da jam-session. È il brano che preferisco in assoluto dell’intero lotto di canzoni. L’Hard-Blues di World Keep Turnin’ Around, scorre via abbastanza tranquillamente senza stupire. Who Knows (What Tommorow May Bring) è un pezzo lento pervaso da atmosfere Blues e Gary Moore in coda, ci regala ancora una lezione di classe chitarristica. Anche se qualche episodio non mi ha convinto del tutto, il disco si mantiene su buoni livelli risultando assai godibile con qualche spunto esaltante.Vedremo cosa ci riserverà per il futuro il funambolico e mai domo Gary Moore, sempre alla ricerca di nuovi stimoli creativi ed espressivi.

Tracklist:


When the Sun Goes Down
Rectify
Wasn’t Born in Chicago
Stand Up
Just Can’t Let You Go
My Baby (She’s So Good to Me)
World of Confusion
Ball and Chain
World Keep Turnin’ Round
Who Knows (What Tomorrow May Bring)?

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Band: Scars
Genere:
Anno: 2002
70