Recensione: Schizophrenia
I Fratelli Cavalera tornano a ribadire con forza che i Sepultura sono e saranno sempre una loro creatura. Lo avevano già rimarcato l’anno scorso, registrando nuovamente ‘Bestial Devastation’ e ‘Morbid Visions’, rispettivamente primo EP e Full-Length di debutto del malvagio quartetto di Belo Horizonte.
Ora ripetono l’atto con ‘Schizophrenia’, il cui rifacimento sarà reso disponibile dal 21 giugno 2024 via Nuclear Blast Records.
‘Schizophrenia’, uscito originariamente nel 1987, è l’album che ha proiettato i Sepultura fuori dai confini sudamericani, che ha reso definitivamente chiaro ed inequivocabile quanto fosse elevato il talento di questi ragazzi giovanissimi, ma decisissimi.
Erano gli anni in cui si volevano superare i limiti, schizzando fuori dall’inferno a tutta velocità: prima gli Slayer con ‘Hell Awaits’, poi i Possessed con ‘Seven Curches’ e poi quella che divenne la corrente Death Metal: i Death, appunto, i Necrophagia, i Morbid Angel …
I Sepultura fanno parte di questo movimento dai tratti decisamente cupi e terrificanti, tecnico quanto selvatico e furibondo e, con ‘Schizophrenia’, ne salgono ai vertici con prepotenza.
Il livello di crescita in questo secondo album è altissimo, grazie anche all’ingresso del chitarrista Andreas Kisser: la band passa dal bombardamento brutale lancia in resta di ‘Morbid Visions’ all’assalto preciso, ragionato e sottile, concatenando chirurgicamente riff letali con velocità siderali e cambi di tempo repentini, portando il proprio sound fino al punto di non ritorno.
Gli argomenti trattati maturano di pari passo: i Sepultura scrutano la parte scura dell’uomo, cominciando ad affrontare temi scomodi che riguardano sia la società che il singolo individuo, mettendo sempre di più da parte i contenuti a sfondo demoniaco degli inizi.
Rimane terribile la produzione, ortodossa e superficiale, con un gran affossamento di suoni e voce (comunque già meglio di ‘Bestial Devastation’ e ‘Morbid Visions’), che però, nel suo difetto, contribuisce a rendere l’atmosfera del disco ancora più morbosa ed opprimente (come per tante produzioni dell’epoca).
I Fratelli Cavalera, con la nuova registrazione, vogliono rendere giustizia alle qualità delle canzoni senza rinunciare a quest’ultimo fondamentale aspetto.
Cercano quindi un compromesso, pulendo i suoni ma lasciando un sacco di maligno riverbero nella voce, ancor più che nella versione originale.
Il risultato è un’esplosione abbagliante che genera una scura atmosfera, l’equivalente, in pratica, di un burrascoso temporale: da una parte l’energia altamente elettrica delle chitarre ed il martellare incessante della batteria, dall’altra una voce feroce ma sulfurea, una contrapposizione sonora di luce – buio devastante.
I brani rimangono quelli che sono, suonati pressoché fedeli ai loro spartiti d’origine e secondo la stessa tracklist, con la sola eccezione di ‘Nightmares of Delirium’, traccia extra ed inedita inserita in chiusura e di cui non si sa nulla, così come nelle nuove registrazioni di ‘Bestial Devastation’ e ‘Morbid Visions’ sono state inserite, rispettivamente, ‘Burn the Dead’ e ‘Sexta Feira 13’.
Bisogna dire, però, che si amalgama molto bene con la scaletta originale … un bel valore aggiunto.
Per il resto, non c’è molto altro da dire. Chi scrive, come già affermato nella recensione univoca di ‘Bestial Devastation’ e ‘Morbid Visions’, non è molto favorevole a queste iniziative, ritenendo ogni album figlio del proprio tempo.
Così è anche per ‘Schizophrenia’, che all’epoca aveva colpito con violenza quanto il maglio di un fabbro che si abbatte sull’incudine, superando il problema della scarsa produzione.
Questa nuova registrazione è sempre molto potente e violenta, non manca nulla … ci mancherebbe, Max e Igor sono due grandi musicisti che hanno fatto la storia e questi sono i brani che rappresentano in pieno l’anima della loro giovinezza (eccetto ‘Escape to the Void’, se si vuole essere precisi, la cui versione originale, ‘Escape Into the Mirror’, è dei Pestilence, prima band di Andreas Kisser).
Non imprime neanche nulla di nuovo, però. Anzi, la pulizia dei suoni, nonostante l’escamotage del riverbero vocale, la rende un po’ meno infernale. O meglio, se la versione originale equivale ad un temporale notturno, dove l’oscurità rende tutto indistinto ed opprimente, con questa nuova registrazione la tempesta colpisce sul far della sera, quando c’è ancora un po’ di luce e terrorizza di meno. Piccolo dettaglio che è giusto rimarcare.
Oltre ai due fratelli, suonano sull’album Travis Stone (Pig Destroyer) ed il figlio di Max, Igor Amadeus Cavalera (Go Ahead And Die, Healing Magic).
Questa nuova registrazione di ‘Schizophrenia’ è stata realizzata presso i Focusrite Room di Mesa Arizona ed è stata mixata e masterizzata a cura di Artur Rizk (Soulfly, Go Ahead And Die, Turnstile), mentre la copertina è stata rivisitata da Eliran Kantor.