Recensione: Scotlands Finest
Dietro al monicker Agankast si nasconde un manipolo di musicisti scozzesi, tra i quali spicca Rob Matthew Redhead, ex membro degli Atomkraft di Tony Dolan. Per i pochi che non lo sapessero, questi ultimi, negli anni ottanta, misero a ferro e fuoco mezza Europa in compagnia di Venom ed Exodus. Invero la proposta musicale dell’ensemble di Newcastle non faceva di sicuro gridare al miracolo… anzi! Quello che va riconosciuto loro era la compattezza del loro sound, un muro di violenza che, specie dal vivo, otteneva il palcoscenico ideale per la propria esplosione. Il promo in mio possesso è un advance di quello che dovrebbe essere il primo full length degli scots: contiene quattro pezzi che si rifanno al thrash puro degli anni ottanta, richiamando act come i nostri Bulldozer, ovviamente gli Atomkraft, ma anche eroi del rumore made in Usa come Exodus e Abattoir.
Il primo pezzo è Butcher and the Clown: chitarroni pesanti introducono la voce alcoolica/simil death di Allan Scott – se fosse stato inglese si sarebbe chiamato Allan Eng? (battutaccia) – che fa da autentico mattatore per un brano thrash al 100%. Il solo arruffato di chitarra posto nella fase centrale della song alla Atomkraft farà la gioia dei nostalgici della band di Tony Dolan. Si cambia velocità in Teutonic Pain, che già dal titolo è tutto un programma: anche in questo caso si tratta di thrash senza compromessi, dove i ritmi di batteria monopolizzano il tutto e il solito buon Allan scimmiotta i primi Exodus. La terza traccia, Total Metal, conferma le attese: Agankast meets Bulldozer e via fino al termine! Si cambia registro nella conclusiva Gorotica, brano d’atmosfera dove il combo scozzese dimostra anche di saper suonare, rallentando i ritmi e inserendo tastiere che rimandano, a tratti, ai Dimmu Borgir di qualche anno fa. A mio parere, il pezzo migliore dei quattro.
Non resta che attendere il primo lavoro in studio ufficiale, se confermeranno quanto espresso in questo Scotlands Finest, gli amanti del Thrash brutto, sporco e cattivo, avranno di che leccarsi i baffi.
Stefano “Steven Rich” Ricetti