Recensione: Screaming Dead

Di Stefano Ricetti - 5 Novembre 2010 - 0:00
Screaming Dead
Band: Hells Crows
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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69

La cosa che più mi ha colpito e fatto piacere nei marchigiani Hells Crows è il disincanto e l’ironia con i quali si propongono. Leggere, fra le altre dichiarazioni, che hanno “bellamente allontanato” il cantante Lucky Lost e il chitarrista Simon Crow per esigenze personali alla fine della loro biografia, senza mezzi termini ma probabilmente con il sorriso sulle labbra, denota un atteggiamento che potrebbe portarli a diverse soddisfazioni future. L’underground, come ben si sa, propone spesso più delusioni cocenti che non compiacenze ed essere nello stato mentale giusto sicuramente giova parecchio.

Riportando più o meno letteralmente dalle note in mio possesso, essi si formano nel 2006 attraverso  contatti scolastici o semplicemente trovando comunione d’intenti fra persone dello stesso paese. La prima formazione vede Lucky Lost alla voce, Randy Rush alla chitarra, Simon Crow alla chitarra, Matt Madwave al basso e Johnny alla batteria. Dopo due anni di sconfinati live in tutto il territorio maceratese, proponendo uno stile hard rock settantiano e la produzione del primo demo  “Quiet Before Tempest” (accolto discretamente dalla critica), la band sostituisce il bassista con la new entry Alan Johns, compagno di banco del chitarrista Randy Rush. Saldi nella nuova line-up, spostano il loro hard rock anni ‘70 verso sonorità heavy metal influenzate dagli ascolti ripetuti di materiale anni Ottanta.

Rispettosi dei capostipiti del genere – Iron Maiden, Accept, Judas Priest, Saxon, etc etc… – gli Hells Crows si recano al Dream Island Studio in Abruzzo per incidere Screaming Dead. Di lì a poco l’avvicendamento elencato sopra e l’entrata nella line-up di Chris Turner (ex Sacred Hell) alla voce e della giovane promessa Joe Evans (chitarrista degli Over Nation), nella speranza di produrre il più presto possibile un vero full-length, con un’etichetta valida del panorama nazionale o internazionale.

In The Dark è una cavalcata alla Iron Maiden con la piacevole sorpresa contenuta nella timbrica di  Lucky Lost, letteralmente “rubata” all’Hair Metal degli anni Ottanta e, proprio per questo, calda, particolare e soprattutto caratterizzante. Where The Mirage Doesn’t Lie possiede il pathos dei Guns N’ Roses – ancora per via del singer – e la potenza della Nwobhm, miscelando con gusto le due correnti. Ancora Vergine Di Ferro in quantità sensibili all’interno di Screaming Dead mentre Hell’s Crows rende tributo al songwriting adulto di quegli altri maestri inglesi rispondenti al nome di Tygers Of Pan Tang. I primi, suadenti passaggi di Slave Of Insanity vengono interrotti da trame di marca tedesca, precisamente Running Wild, con buoni risultati. Chiusura affidata a Deep Inside Me, altro brano galoppante sulle note della bandiera della Union Jack e tutt’altro che un pezzo d’amore, come ci si potrebbe attendere dal titolo.       

Ad accompagnare Screaming Dead vi è un booklet davvero professionale e ben concepito di otto pagine, ricco di foto del gruppo e con tutti i testi. Gli Hells Crows, nei sei pezzi proposti, dimostrano di sapere cosa vogliano e in ciò che credono. Se riuscissero a scrollarsi di dosso almeno un po’ delle forti influenze Iron Maiden, preponderanti nel Loro sound, virando verso altre, autorevoli, fonti – sempre rimanendo in ambito ortodosso, sia chiaro – probabilmente riuscirebbero anche a fornire quell’imprinting personale necessario per il salto di qualità.    

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Line-up:
Lucky Lost —Lead Vocal
Randy Rush — Rythm and Lead Guitar/ Backing Vocal / Synth
Simon Crow — Rhythm and Lead Guitar/ Backing Vocal
Alan Johns — Bass guitar
Johnny “The Beast” — Drums

Tracklist:
1 — In The Dark (8.38)
2 — Where The Mirage Doesn’t Lie (6.12)
3 — Screaming Dead (7.01)
4 — Hell’s Crows (5.37)
5 — Slave Of Insanity (8.27)
6 — Deep Inside Me (4.35)

 

 

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