Recensione: Screem Writers Guild
Nuovo lavoro per gli horror rocker finlandesi Lordi, che con questa nuova fatica giungono al quindicesimo disco in studio della loro lunga carriera. Trentun anni per l’esattezza, tanti quanti ne sono passati da quando la compagine capitanata da Mr Lordi si formò nel lontano 1992.
Editi da Atomic Fire Records anche con Screem Writers Guild, i nostri rilanciano la formula che li ha resi famosi. Una miscela di hard rock coinvolgente abbinato ad una presenza scenica che ricalca la cinematografia horror, il tutto abbinato alla tradizione del rock più teatrale/ grandguignolesco che già fu di Alice Cooper, GWAR e Kiss.
Il titolo scelto per questo nuovo capitolo, è un gioco di parole che trae spunto dalla “Screen Writers Guild“, un’associazione di sceneggiatori di Hollywood attiva fino agli anni 50. Anche la copertina vuole omaggiare il cinema d’annata, con una grafica che richiama le pellicole degli anni 30, 40 e 50 come Frankenstein, Dracula, L’Uomo Lupo, Il Mostro Della Laguna Nera ecc…
La formazione vede il leader e cantante Mr. Lordi affiancato da Hiisi (basso), Hella(tastiere), Mana(batteria) ed il nuovo arrivato Kone alla chitarra, entrato in formazione nel 2022 appena trascorso.
Dopo una musichetta tetra d’introduzione, si parte con il primo brano Dead Again Jayne, un hard rock che mette subito le cose in chiaro sfoderando un riff diretto ed accattivante di sicura presa sull’ascoltatore. Un traccia narrata – SCG XVIII: Nosferuiz Horror Show– fa da ponte al brano seguente. Unliving Picture Show è un mid tempo dal sapore anni 80 e melodie orecchiabili che si stampano subito in testa. Rumori cibernetici in apertura per Inhumanoid, brano energico con inserti di tastiere che richiamano una certa psichedelia anni 70. Thing In The Cage torna a calcare la strada dell’hard rock con melodie catchy e suoni luminosi. Stesso discorso per Vampyro Fang Club, un mid tempo dall’atmosfera ottantiana e cantato melodico sempre protagonista. The Bride è una ballad romantica con liriche ispirate ancora dal cinema d’autore, in cui si narra del mostro di Frankenstein che canta una serenata alla sua sposa. Occasione in cui il nuovo arrivato Kone si mette in mostra con un assolo di chitarra dal sapore blues.
Dopo l’ennesimo intro a base di musichetta horrorifica arriviamo a Lucyfer Prime Evil, con cui Mr lordi e company sfoderano un brano graffiante con ritmo rovente ed un ritornello indovinato.
Con Scarecrow si cambia un po’ direzione percorrendo sentieri rock con strizzate d’occhio al pop.
I cinque musicisti finlandesi si divertono nuovamente ad omaggiare figure iconiche del cinema horror, rivisitandole, grazie a divertenti giochi di parole, in licantropi tropicali e vampiri latin lover nei due brani seguenti, Lycan Tropical Island e In The Castle Of Dracoolove. Sotto il profilo musicale anche in questi due brani si mescola ancora rock e pop con attenzione particolare alla melodia facile.
Un’altra traccia parlata con The SCG Awards ci introduce a Heavengeance, un hard rock leggero con protagoniste tastiere dal sapore anni 80.
La conclusiva End Credits si apre con la voce accompagnata dal pianoforte ed un sottofono di tastiere dal suono macabro. Dall’assolo di chitarra in poi, il pezzo assume la forma di un mid tempo malinconico con cui la band si congeda.
Fedeli allo slogan squadra che vince non si cambia, i Lordi se ne escono con un lavoro che non si discosta da quanto prodotto in passato. Screem Writers Guild è un disco che riesce a raggiungere l’obiettivo prefissato pur senza destare particolari sorprese. D’altronde la formula del hard rock di facile presa pare funzionare ancora per il quintetto finlandese. Certo non ci troviamo di fronte ad un disco memorabile, e a voler essere sinceri, la ricerca ostinata della melodia facile o del ritornello orecchiabile appare a volte un po’ forzata.
Infatti, specie nella seconda parte del lavoro si ha la sensazione di essere alle prese con un rock ruffiano e per certi versi prevedibile. Niente di tragico comunque. Chi ha apprezzato i lavori precedenti dei Lordi potrà restare soddisfatto anche da Screem Writers Guild.
Non un disco essenziale, ma che riesce a regalare cinquanta minuti di rock divertente.
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