Recensione: Séance
Additati ad inizio carriera come figli legittimi dei Dissection, i Dark Fortress approdano con questo “Séance” al loro quarto album, successore del più che buono “Stab Wounds”, risalente ad un paio di anni fa e molto apprezzato da stampa specializzata e pubblico.
Ora sembra arrivato anche per questa band tedesca il momento di fare il vero salto di qualità. Lo dimostra il recente contratto stipulato con Century Media e un sound che finalmente sembra brillare di luce propria e che si distacca dagli ingombranti paragoni col passato. “Séance” mette in mostra una volontà di espressione piuttosto ricercata, fatta di composizioni profonde e tetre che mantengono comunque inalterate caratteristiche quali brutalità, tecnica e cattiveria esecutive, dando vita ad un sound sufficientemente vario e carico di feeling.
Obiettivo pienamente raggiunto quindi? Non direi, perché l’album purtroppo risulta disomogeneo in fatto di qualità e, cosa ancor più grave, alla lunga annoia. E’ bene chiarire che siamo di fronte ad un disco ottimamente suonato, altrettanto ben prodotto e che ha diverse frecce al suo arco, ovverosia molti brani decisamente buoni e discrete intuizioni, ma la sensazione è quella del “molto fumo e non troppo arrosto”, tanto per parafrasare un famoso detto popolare.
L’opener “Ghastly Indoctrination” mette in mostra un mood molto oscuro ed un’alternanza molto ben riuscita tra slow-parts e accelerazioni assassine, non perdendo mai in emotività grazie alle atmosfere malate e tese che la caratterizzano. Segue “Catawomb”, in cui spiccano alcuni riffs indovinati ed un assolo notevole, molto melodico ed ispirato. Continuando nell’ascolto non si può non notare l’influenza dei primi Mayhem, soprattutto per quel che concerne la prestazione vocale di Azathoth, in tutto e per tutto simile a quella di un certo Attila Csihar (Mayhem, Aborym ecc.). Qui però non si parla di influenze o momenti isolati, ma bensì di quasi plagio. La terza track “Requiem Grotesque” scivola via senza dire nulla di particolarmente accattivante, con l’aggravante che il brano dura più di sei minuti, come del resto molte altre tracce. Non bastano nemmeno alcune originali trovate come l’uso di tastiere e soprattutto violini a salvare dal quasi anonimato una traccia come “While They Sleep”, dove la noia colpisce più di una volta, o “Shardfigures”, tutto sommato buona, con parti acustiche piuttosto azzeccate, ma che risulta troppo prolissa per fissarsi nella memoria dell’ascoltatore. Non mancano comunque altri buoni brani, come ad esempio la tirata “To Harvest The Artefacts Of Mockery”, canonica quanto si voglia, ma dove almeno fa capolino una più che necessaria dose di grinta tenuta sin troppo a bada nelle altre canzoni. Ottima la conclusiva “Insomnia”, tipico esempio di Black Metal sinfonico graziato da ottime linee chitarristiche e parti più cupe ed introspettive. Una song veramente riuscita che rialza le quotazioni di un lavoro sicuramente non brutto, ma di certo non un capolavoro come era lecito aspettarsi dopo l’ottimo “Stab Wounds”.
Per concludere, questo ”Séance” è un lavoro di non facile presa, ma che sotto l’aspetto puramente formale si dimostra ben realizzato e con diverse canzoni veramente degne di attenzione, che però paga la volontà della band di mettere troppa carne al fuoco, con la conseguenza di non essere riuscita ad amalgamare in modo ottimale il tutto. In ogni caso questa è un’opera consigliata a tutti i seguaci di bands come Mayhem, Dimmu Borgir di qualche anno fa e di tutto il Black Metal sinfonico in generale.
Tracklist
1. Ghastly Indoctrination
2. Catawomb
3. Requiem Grotesque
4. While They Sleep
5. To Harvest The Artefacts Of Mockery
6. Poltergeist
7. Revolution: vanity
8. Incide
9. Shardfigures
10. Insomnia