Recensione: Second Shadow
Fossi in voi, farei qualche passo indietro. Altamente infiammabili le intenzioni di questo giovane gruppo, minestrone bollente pronto a scottare le lingue di chi ha ancora qualche pregiudizio nei confronti di Piazza Progressive qui in Italia. Nell’agora in cui si innalzano i grandi monumenti che hanno ispirato il genere musicale sopra indicato, alcuni ragazzi hanno osservato con attenzione i vari passaggi di costruzione architettonica conservando accuratamente i sacri insegnamenti impartiti dai grandi professori del rapporto numerico. In Italia nascono per fare qualche esempio Empty Tremor, Dynamic Lights e i Moonlight Comedy di cui intendo occuparmi in questa nuova recensione. Già perchè da pochi anni in quella stessa piazza hanno aperto un negozietto delizioso, fornitore di scale strumentali da capogiro, ritmiche incomprensibili e corde vocali di tutte le misure. Con questo demo si sguinzaglia una serie di promesse che spero verranno confermate con la pubblicazione del primo vero e proprio album della band a dicembre.
Luogo dei punti equidistanti da Fates Warning, Symphony X, Angra, Dream Theater e Queensryche, i Moonlight Comedy propongono un prog metal molto sostanzioso, efficace, essenziale, forse saturo degli elementi classicamente progressivi per tradizione. Presenti anche frammenti power, ma nella globalità della composizione non risulta che un semplice dettaglio, a mio parere negativo: zucchero non guasta bevanda, ma il dolciastro nausea dopo pochi ascolti. Mi riferisco in particolare a Medusa. Carina, orecchiabile da morire, ma assolutamente non necessaria all’eccellente riuscita di un demo che possa definirsi progressive metal. Niente insomma a paragone di uno start come Oceans e dei due brani che seguono a testa alta la titletrack Second Shadow: sublime mosaico composto da tasselli diversi nel momento e nello spazio in cui sono stati catturati, ma comunque parti di un unico insieme, a formare l’immagine che Picasso chiamerebbe ‘seconda ombra’.
Indiscutibile la preparazione tecnica: il sound acquista densità grazie al basso di Armando Pizzuti, ottimo il ruolo solista della chitarra di Simone, la batteria di Andrea non perde un colpo rivelandosi aggressiva e delicata nei momenti giusti, non molto originale ma comunque forte di una buona impostazione ed estensione vocale la voce di Emiliano e ciliegina sulla torta, le tastiere di Gianluigi, a mio parere colonna portante di questo gruppo proveniente dalla provincia di Frosinone (Isola del Liri).
Pochi passi separano i Moonlight Comedy dall’eccellenza, basterà ritoccare i passaggi più ingenui e le parti meno convincenti. Tuttavia possedere un proprio stile è ciò che più conta quando l’ultimo ostacolo che separa dal successo è la fortuna, perchè questo gruppo ha tutte le carte in regola per sfondare, ma nell’ascolto non ho trovato nessun elemento particolare in grado di distinguere la band da molti altri gruppi: mi riferisco soprattutto al suono degli strumenti e alle tecniche utilizzate, alla struttura dei pezzi, al contenuto delle liriche, ecc. Spero che con la prima release ufficiale di dicembre/gennaio l’italia possa cominciare a vantare l’evento unico ed inimitabile Moonlight Comedy.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
1. Oceans
2. Second Shadow
3. Wises’n’Wisdom
4. The Divine Comedy
5. Medusa