Recensione: Secret Weapon
Howard Leese è stato per ben ventidue anni il chitarrista – tastierista degli Heart, il grande gruppo rock guidato dalle sorelle Ann e Nancy Wilson, contribuendo in maniera decisiva (tanto da essere considerato l’”arma segreta” della band, nell’ambito della quale i riflettori erano per lo più puntati sulle brave e graziose sorelle) alla realizzazione dei suoi migliori album sia del periodo “hard rock zeppeliniano”, come il primo “Dreamboat Annie”, sia nella sua “era AOR”, caratterizzata da sopraffine melodie e voluminose pettinature anni Ottanta, come “Heart” del 1985.
Negli anni Novanta Leese ha messo in atto una proficua collaborazione con Paul Rodgers, magistrale singer dei Free, dei Firm e dei Bad Company, una eccellente testimonianza documentata dal bel DVD “Live in Glasgow” della Paul Rodgers Band datato 2007.
Oggi Howard Leese pubblica, dopo oltre trentacinque anni di onorata carriera da gregario di lusso, il suo primo album da solista, una sorta di “summa” dei percorsi musicali da lui attraversati in questi anni, e per farlo ha chiamato a raccolta ospiti prestigiosi e qualche vecchio compagno di viaggio.
L’apertura è affidata ad un brano di melodic rock di scuola Bon Jovi: “Alive Again”, una canzone lenta, intensa e con un profumo di frontiera arroventata dal sole che sembra provenire un po’ dalle parti di “Wanted Dead Or Alive”, e presenta alla voce un Joe Lynn Turner (Rainbow, Deep Purple) con un timbro un poco più scartavetrato del solito.
Segue ancora una ballata: musicalità semi acustiche caratterizzano “Heal The Broken Hearted”, questa volta cantata da Paul Rodgers, in una performance semplicemente perfetta.
Il ritmo aumenta decisamente con “Hot To Cold”, con potenti melodie, riff poderosi di chitarra elettrica e la voce del solito Joe Lynn Turner che duetta con quella della meno nota Deanna Johnston in un brano hard fortemente influenzato dalla black music.
Si frena bruscamente con “French Quarter”, brevissimo frammento sonoro quasi jazz, con al piano un sorprendente Keith Emerson (ELP), che firma col suo tocco di classe una piccola manciata di note dalla soffusa atmosfera.
“French Quarter” è il primo di una serie di strumentali che incastonano il resto del CD, che per la verità nella seconda parte non è del tutto all’altezza del primi quattro brani: ci sono ancora “33 West Street”, e le sue trame sonore fusion tessute a quattro mani con Paul Reed Smith, “Rada’s Theme”, con la sua chitarra latineggiante, “Vermiglio Border” e “Somewhere”, in chiusura di album.
Inizia con una intro strumentale anche “The South Summit”, per poi trasformarsi in uno sferzante hard rock cantato, mentre “I’ve Been Leavin’ You” è un classico torrido rock-blues.
Brillano ancora in “Secret Weapon” altre due ballate: “In These Eyes”, epica quanto basta e suggellata da un coinvolgente assolo di chitarra elettrica, e “The Vine”, intensa prestazione vocale del sempre efficace Jimi Jamison (ex Survivor).
“Secret Weapon”, in conclusione, è un album eterogeneo, sicuramente non epocale, ma molto, molto piacevole.
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Tracklist:
01. Alive Again (vocals Joe Lynn Turner)
02. Heal The Broken Hearted (vocals Paul Rodgers)
03. Hot To Cold (vocals: Deanna Johnston & Joe Lynn Turner)
04. French Quarter (instrumental feat. Keith Emerson)
05. 33 West Street (instrumental feat. Paul Reed Smith)
06. The South Summit (vocals Duke Fame)
07. Rada’s Theme (instrumental)
08. The Vine (vocals Jimi Jamison)
09. In These Eyes (vocals Keith St. John)
10. Vermilion Border (instrumental)
11. I’ve Been Leavin’ You (vocals Andrew Black)
12. Somewhere (Theme From West Side Story) (instrumental)