Recensione: Secret Youth
I Callisto sono una band finlandese che, sebbene sconosciuta a chi scrive, è in giro già da parecchio tempo. I nostri infatti sono attivi dal 2000 ed in questi anni hanno dato vita a cinque album e alcuni EP di contorno. In questo 2015 presentano, dopo una pausa di ben sei anni, il loro nuovo Secret Youth.
Dalla bio parrebbe che questa band segua le orme di Cult of Luna e Isis. Ciò è parzialmente vero, si tratta infatti di una proposta germogliata su radici di metal obliquo e vagamente incline al post. Pur tuttavia i nostri fanno propria la lezione dello sludge e dello stoner, unendole all’alternative rock americano. Il che dà una connotazione molto melodica alla band, che pare accostarsi al filone alternativo d’oltre oceano – difatti chi scrive pensava venissero da lì, non certo dalla terra dei mille laghi.
Sta di fatto che questa propensione alla melodia dona alla proposta dei nostri, non delle più semplici invero, tratti molto accattivanti, e si traduce in ritornelli e strofe orecchiabili, non che canzoni solide e ben costruite grazie agli anni che questa band si porta sulle spalle. Si trovano alcuni episodi di indubbio interesse. Pale pretender apre magnificamente il disco, e tutta la prima metà si mantiene su livelli molto alti. In particolare i nostri hanno fatto la scelta vincente di eliminare il growl in un genere in cui tale pratica di solito viene ampiamente utilizzata, il che premia l’ottima voce di Jan Hala Hukkala. Oltre a ciò le varie composizioni hanno tutto un minutaggio piuttosto contenuto, il che rende tutto più fruibile e senza momenti morti o digressioni fini a se stesse.
La straordinaria prima parte purtroppo va un po’ a perdersi nella seconda metà del disco, dove effettivamente la matrice post e sludge acquista maggiore predominanza. Il tutto si traduce in sonorità sicuramente orecchiabili, ma un po’ piatte e decisamente troppo uniformi. Che finiscono per annoiare. Nulla che possa inesorabilmente danneggiare il disco, ma dato il mestiere della band e in virtù di quanto sentito nelle prime cinque tracce, avremmo potuto aspettarci qualcosa di più.
Secret Youth presenta una band matura e di mestiere dunque, tecnicamente impeccabile e dotata di una discreta identità artistica. Si notano radici comuni alle band citate in partenza, sebbene alla prova del suono di stilemi comuni ve ne siano assai pochi grazie all’ottimo lavoro di rielaborazione. Parte estremamente bene, perdendosi un po’ nella seconda parte, ma rivelandosi comunque per un album estremamente valido e consigliato a tutti gli amanti del metal sghembo ed alternativo.