Recensione: Secrets of the Sun

Di Alberto Fittarelli - 6 Giugno 2003 - 0:00
Secrets of the Sun
Band: Dysanchely
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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70

La prolifica Metal Age Productions, una delle etichette emergenti provenienti dall’Est europeo, torna a proporci una nuova band, ancora diversa dalle altre che compongono il suo corposo rooster: si tratta dei Dysanchely, act slovacco dedito ad uno stile che viene definito “melodic death metal” ma che non ha nulla a che vedere con il trademark di Gothenburg, anzi; siamo infatti su uno standard che riprende i Sentenced nel periodo tra Amok ed il disco della loro svolta rockeggiante, Down.

Va detto che non stiamo certo parlando di una band di ragazzini alle prime armi, ma di un gruppo in attività già da 8 anni e che giunge solo ora al suo secondo full-lenght album, dopo le tipiche esperienze sfortunate con etichette rip-off; lo stile dei Dysanchely ha avuto quindi sicuramente modo di compattarsi e definirsi, così come la loro abilità con gli strumenti, ed il risultato è infine questo Secrets of the Sun, disco più che piacevole all’ascolto. Come dicevo si tratta di territori già esplorati a fondo da qualche anno: impossibile infatti non accostare immediatamente il timbro vocale del singer Brano a quello del mitico Taneli Jarva, storico cantante finnico già all’opera con i citati Sentenced ed i The Black League. Ed anche il tappeto musicale ricalca fedelmente gli stilemi del metal estremo ma non troppo, pieno di richiami alle melodie ottantiane e con un abbondante uso delle doppie tonalità di chitarra, come gli Iron Maiden hanno insegnato per decenni. Ma sarebbe anche riduttivo liquidare il gruppo con rimandi alle loro pur chiare influenze, dato che le capacità si fanno sentire e le canzoni risultano tutte molto godibili, anche se con qualche calo qua e là.

Su tutte vorrei citare la seconda About man and evil, varia, potente e con un bel break centrale di stampo black svedese; Song of sorrow, che inizia aggressiva per cambiare improvvisamente su un malinconico chorus con voci pulite; e la title-track, dove ritornano le reminescenze di black melodico in più di un riff, con una partenza quasi tribaleggiante a livello ritmico. Le idee abbondano, quindi, anche se non sempre forse i Dysanchely riescono ad esprimersi al massimo delle loro capacità, ricadendo qualche volta nel ripetitivo o nel noioso: ma si può solo incoraggiare un gruppo che si renda autore di un disco così fresco, penalizzato forse solo dal budget ridotto (e questo si nota a livello di artwork, scarno ed essenziale, ma soprattutto con la produzione, un po’ troppo debole per poter supportare bene il buon lavoro dei chitarristi Dodo e Milos). Questi ragazzi sono in ogni caso da tenere d’occhio nelle loro release future, in cui dovranno eliminare definitivamente certe piccole ingenuità compositive: ma per il momento questo Secrets of the Sun è un buon biglietto da visita.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli


Tracklist:

1. Lullaby
2. About mand and evil
3. Bloody tears of contradictions
4. Song of sorrow
5. Lost in beauty
6. Get what you deserve
7. Secrets of the sun
8. Kill your love

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