Recensione: Seeds of Pain

Di Gaetano Loffredo - 23 Gennaio 2006 - 0:00
Seeds of Pain
Band: Kragens
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

Di non semplice catalogazione questo Seeds of Pain dei francesi Kragens, creatori di un sound che implementa influenze di ogni tipo pur esibendo alla base un predefinito heavy metal di matrice schiettamente ottantiana.
Non meravigliatevi, dunque, se durante il percorso che ha come prima tappa la title track sino alla conclusiva Sonderkommando Defy, incontrerete trame tessute a volte su uno sfondo thrash, altre su sfondo death, saltellando di tanto in tanto tra soliloqui di marca power metal.

I nove capitoli a disposizione, riescono, anche se non sempre, ad esibire qualità tecniche discrete coadiuvate da una personalità che oggi giorno è merce assai rara e, nonostante cospicue imperfezioni nel songwriting, i Kragens raggiungono l’obiettivo prefissato: stupefare l’ascoltatore attingendo e fondendo sapientemente generi anche diametralmente opposti tra loro.

E così, partendo da una Seeds of Pain che sembra estratta da “Are You Dead Yet?” dei Children of Bodom, si passa a The Last che incorpora un incipt di carattere nu-metal sino a raggiungere i classici patterns di estrazione black metal nella sua parte centrale.
I Nevermore sono spesso richiamati dai francesi e Danger of Death ne è un esempio piuttosto pratico dove le classiche sfuriate thrash metal incontrano gli stacchi di chitarra tipici dei capostipiti americani ben più famosi.
Menzione d’obbligo al vocalist Renaud Espeche che, con la sua duttilità in fase canora, raccoglie l’essenza poliedrica della quale l’album ne è fiero portabandiera.
Ottime, infatti, le interpretazioni alla “Chuck Billy” sul pezzo Darkness, alla Geoff Tate nella semi-ballad I Choose to Die (brano che poi si trasformerà in up-tempo violento) e sull’ultima già citata Sonderkommandos Defy, traccia che ricorda molto da vicino i Meshuggah di “Catch 33” grazie al suo rilevante spessore compositivo.

Seeds of Pain, anche se sembra un controsenso, è un lavoro che pretende di uscire dai cliché attingendo da tutto quello che oggi passa il “convento” e, a tratti, ci riesce bene.
Vuoi per l’inesperienza degli elementi che compongono i Kragens, vuoi per la sensazione di trovarsi in mezzo ad un sound a volte incomprensibile, il dischetto tende a far perdere l’interesse tramite un ascolto nemmeno troppo prolungato e i nove capitoli non lasceranno il segno a lungo.
Se siete alla ricerca di un disco che eserciti il ruolo di “diversivo” pubblicato da una band che, per conto mio, ha un futuro dalle prospettive elevate, beh, fermatevi e date un ascolto a questo Seeds of Pain: godibile e sfrenato, ma niente di più.

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
01.Seeds of Pain
02.The Last
03.Danger of Death
04.Darkness
05.I Choose to Die
06.Reconquista
07.Dream in Black
08.Over the Deadline
09.Sonderkommandos Defy

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