Recensione: Sentieri II – Ceneri
E va bene lo ammetto, questa è stata proprio una bella sorpresa. “Sentieri II – Ceneri”, secondo full-length firmato dai Deadly Carnage è davvero un bell’album.
Prima però di analizzare il disco, è doveroso introdurre la band. Il gruppo nasce nel 2005 a Rimini per volontà del bassista Adres, del batterista Marco, del cantante Marcello e del chitarrista Nicolas. In seguito alla dipartita di quest’ultimo, si aggiungono al combo i due axe-men Dave e Alexios Ciancio.
Stabilizzata la lineup, i cinque si mettono a lavoro ed è così che, nel 2008, nasce “Decadenza”, opera prima della formazione. Il cd, totalmente autoprodotto, raccoglie buone recensioni un po’ ovunque, permettendo così ai musicisti di guadagnarsi un contratto con la sempre più attiva ATMF.
Già da questa prima uscita discografica, si possono capire quali siano i tratti musicali distintivi che caratterizzano i Deadly Carnage: i Nostri ci propongono un black metal tirato e potente, venato di doom e ambient.
“Sentieri II – Ceneri” prosegue bene o male il cammino tracciato dal suo predecessore, migliorando però sotto tutti i punti di vista. Il salto in avanti è considerevole non solo sotto il profilo tecnico/esecutivo, ma anche il songwriting si dimostra decisamente più maturo e avvincente. Le sfuriate dal sapore black convivono armoniosamente con aperture melodiche degne dei Katatonia dei bei tempi andati; i passaggi rallentati, che compaiono a più riprese durante tutto il platter, riescono a rendere i brani decisamente più coinvolgenti e atmosferici.
Il mood dell’opera si mantiene per tutta la sua durata dimesso e tetro, in linea con i temi delle liriche, che trattano argomenti di natura filosofica e occulta.
La tracklist, divisa in sei canzoni per una durata complessiva superiore ai 40′, è piuttosto solida e non presenta mai evidente cadute di stile.
Già ad un primo attento ascolto, ci si accorge come l’omogeneità non sia una caratteristica di casa Deadly Carnage: i pezzi sono infatti vari, sia strutturalmente che stilisticamente. Ciò garantisce una certa longevità all’album, rendendolo decisamente più affascinante.
Delle sei canzoni, quelle che maggiormente mi hanno colpito sono state le più lunghe: “Guilt of Discipline”, “Parallels”, “Growth an New Gods” (per il quale è stato girato anche un suggestivo videoclip) e “Ceneri”, grazie alla loro durata, riescono a mostrare le varie facce della band, risultando più complete.
In particolar modo ho trovato meravigliose le lunghe sessioni strumentali di “Parallels”, cariche di pàthos e drammaticità; non da meno la seconda parte della quinta “Growth an New Gods”, che rappresenta il vero apice emotivo dell’intero disco. Il lavoro di chitarre, sia acustiche che elettriche, è di pregevole fattura e le melodie che vi fuoriescono sanno come toccare le corde più profonde dell’anima. L’aria che si respira si fa ora più dimessa e malinconica, quasi come se la rabbia sia stata messa da parte. I continui scambi tra tastiera e sei corde, volenti o nolenti, vi faranno venire i brividi, tanta è la passionalità che sgorga dalle note musicali.
Nonostante le lodi tessute sinora, non pensiate però che il cd sia privo di difetti. Si nota infatti come a tratti il quintetto, alle volte perda un pochino la bussola, cadendo nel vortice della ripetitività.
Il più grande neo del disco è però la qualità di registrazione: non siamo di fronte a un lavoro registrato male, sia chiaro, ma talvolta le chitarre perdono di potenza e la cassa della batteria risulta un tantinello invadente e dotata di un suono davvero poco appagante.
Di ben altro livello invece l’artwork e la copertina, realizzati con cura e gusto. Il libretto contiene tutte le informazioni ed è corredato non solo da foto varie della band, ma anche dai testi (scritti per una volta in un inglese tutt’altro che scolastico).
Possiamo dunque tirare le somme. Con “Sentieri II – Ceneri”, i Deadly Carnage compiono un deciso passo avanti, incidendo un full-length solido, interessante ed appassionante. Qualche piccolo difetto, come già detto, c’è, ma il tempo per perfezionarsi non mancherà di certo.
Essendo lontano anni luce dal black più freddo e intransigente, mi sento di consigliare vivamente questo lavoro anche a chi è più indirizzato verso sonorità death/doom.
Fidatevi delle nostre parole, non ne rimarrete affatto delusi. Buon ascolto.
Emanuele Calderone
Tracklist:
01- Guilt of Discipline
02- Parallels
03- Epitaph Part I
04- Epitaph Part II
05- Growth and New Gods
06- Ceneri
Line-up:
Marcello – voce
Alexios Ciancio – chitarre, sintetizzatore, cori
Dave – chitarre, cori
Marco – batteria
Adres – basso
Discutine sul forum nel topic relativo!