Recensione: Serpent Sermon

Di Alessandro Calvi - 30 Maggio 2012 - 0:00
Serpent Sermon
Band: Marduk
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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50

Ormai sembra che i Marduk non riescano più a sfornare disco che non divida nei gusti e negli apprezzamenti. A tre anni dal precedente “Wormwood”, eccoli tornare con questo nuovo “Serpent Sermon” che, ne siamo sicuri, sarà capace di alimentare ulteriormente le discussioni tra chi apprezza e chi no il nuovo corso di Morgan e soci.

Quello che molti considerano come il grande spartiacque nella carriera dei Marduk, cioè l’avvicendamento dietro al microfono tra Legion e Mortuus, è ormai un fatto acquisito. Il nuovo singer si è inserito perfettamente nel gruppo e anche il sound delle canzoni gli è venuto incontro per adattarsi alla sua voce. Anche coloro che erano maggiormente critici si son ben presto dovuti ricredere, soprattutto di fronte alle sue prestazioni dal vivo.
Il problema dei Marduk, però, non è chi stà dietro al microfono. Il cambio di line-up ha solo reso maggiormente evidente a tutti che qualcosa non era più come prima, ma, riascoltando attentamente gli ultimi dischi dell’era con Legion, risulta evidente che le cose non andavano già più bene da prima.
Questo nuovo “Serpent Sermon” giunge dopo due album come “Wormwood” e “Rom 5:12” che, seppur timidamente, avevano tentato di percorrere anche nuove strade. Qui e là si riuscivano a scorgere vaghi accenni di sperimentazione, qualche elemento nuovo che, disperatamente, permettesse ai Marduk di rimanere un punto di riferimento, come lo son stati per anni, del panorama black. Tentativi, purtroppo, piuttosto sterili e che apparivano (e appaiono) fini a se stessi, senza la dovuta ispirazione. Sono quasi “spari alla cieca”, nella speranza di beccare qualcosa che funzioni.
Probabilmente anche Morgan e soci si son accorti che, così, non si poteva continuare. Ecco, dunque, che “Serpent Sermon” ci presenta dei Marduk che tentano di ritornare sui propri passi: a quella violenza primordiale, a quegli attacchi sonori senza sconti, che avevano donato la fama internazionale alla band ai tempi di “Panzer Division Marduk”.
Purtroppo quei tempi son passati e, insieme agli anni sul calendario, sembra essersene andata anche l’ispirazione. Riascoltare quei dischi riesce, ancora adesso, a ridonare le stesse sensazioni di allora. “Serpent Sermon”, invece, risulta fiacco, a tratti perfino noioso. I riff si susseguono ripetitivi, senza mordente; le strutture delle canzoni ripropongono tutte gli stessi stilemi fatti di sfuriate con qualche rallentamento che dovrebbe accentuare la violenza delle accelerazioni, ma produce solo continui sensi di dejà-vù.
Il disatro, inoltre, sembra essere su tutta la linea. Se il songwriting di Morgan appare spento, senza più molte idee, anche il resto della band si presenta quasi svogliata, come fosse costretta a fare il compitino obbligatorio prima di, finalmente, tornare a fare altro. Anche Mortuus, che era divenuto una delle cose migliori degli ultimi album, capace di rivitalizzare un po’ una proposta che cominciava a sapere di stantio con prestazioni di alto livello, in questo caso è decisamente molto al di sotto dei propri standard con una prova che non brilla per sentimento e partecipazione, tutt’altro.

Per concludere: ormai la deriva dei Marduk sembra inarrestabile. Questo sono oggi: un gruppo incapace di ridefinire il proprio sound, proponendo qualcosa di nuovo che li possa comunque far notare nel panorama black mondiale. Una band altresì incapace di riproporre la ricetta che li ha resi famosi con quel minimo grado di qualità che li renderebbe accettabili, per quanto sempre uguali a se stessi. Il fallimento di entrambe queste possibilità risiede esclusivamente nella mancanza di idee e di ispirazione del proprio mastermind che, usando un’espressione gergale, sembra proprio “aver finito la birra”. La soluzione più semplice e immediata sembrerebbe quella di una bella iniezione di sangue fresco con idee nuove e tanta voglia di fare, ma finchè i Marduk perdureranno nell’essere divenuti feudo personale e (praticamente) progetto solista di Morgan, questo molto difficilmente potrà avvenire.

Tracklist:
01 Serpent Sermon
02 Messianic Pestilence
03 Souls for Belial
04 Into Second Death
05 Temple of Decay
06 Damnation’s Gold
07 Hail Mary (Piss-soaked Genuflexion)
08 M.A.M.M.O.N
09 Gospel of the Worm
10 World of Blades

Alex “Engash-Krul” Calvi

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