Recensione: Serpents Ov Old
Ci troviamo oggi a trattare il secondo lavoro dei Doedsvangr, gruppo con radici nell’Europa scandinava, a metà fra la Finlandia e la Norvegia. Il gruppo vede quattro musicisti con un curriculum di tutto rispetto, in particolare Shatraug degli Horna porta con sé elementi con presenze in Tsjuder, Nordjevel, Nattverd. La proposta musicale è un black metal molto roccioso e compatto, che stando alle esperienze pregresse dei protagonisti, lascia pensare ad un approccio con ben pochi fronzoli. La prima metà del disco è sicuramente quella meglio riuscita: la opener prende “di petto” l’ascoltatore senza indugiare in (a volte) inutili introduzioni, e svolge egregiamente il suo compito. Il brano è infatti molto dinamico, e si muove lungo melodie tetre e perfettamente in riga con le vibrazioni black metal moderne. Anche “As The Rivers Bleed Their Blessings” si distingue nettamente nell’ascolto del lavoro: basso e batteria trascinano l’ascoltatore lungo tutto il pezzo, ed il sibilante riff che ne accompagna il ritornello si incastra perfettamente nel quadro di riferimento, che dà vita all’episodio più d’impatto del disco, che dovrà in questa sede (e anche più avanti) moltissimo all’ispirazione notevole di AntiChristian alla batteria. Successivamente con “Flagelist” va scemando un po’ la sensazione di stupore, pur rimanendo il livello abbastanza alto. Da qui in poi purtroppo l’ascolto diventa un po’ faticoso, a causa di una piattezza generale che porta ad una sequenza di brani sì d’impatto, ma che si reggono quasi esclusivamente sulla varietà compositiva della batteria. I due pezzi da sette minuti ed oltre poi, vorrebbero dare in qualche modo una certa parvenza di varietà, ma risultano piuttosto gli episodi più indigesti del disco.
Dopo l’esordio del 2017 il quartetto norreno propone un lavoro fondamentalmente sulla stessa lunghezza d’onda. La potenza non è mai abbastanza per coprire la scarsità d’ispirazione, e più passano i minuti, più perde di efficacia. Purtroppo “Serpents Ov Old” non fa eccezione, e nonostante una produzione di livello il salto di qualità artistico tarda ad arrivare.