Recensione: Serve Your Master
Una azzeccatissima copertina killer in stile fantasy-decadente da parte di Vitaly Samarin che dà il meglio di sé su due facciate costituisce il miglior biglietto da visita per il debutto discografico dei sardi Red Warlock, ulteriori alfieri al servizio del Metallo Classico made in Italy provenienti dalla sempre più attiva e combattiva isola.
Attivi dal 2005 e con in canna due demo, i Nostri escono per My Graveyard Productions, etichetta ormai votata alle nuove voci HM tricolori per antonomasia. Serve Your Master consta di nove brani e costituisce a tutti gli effetti la summa artistica degli Nostri, contenendo infatti al proprio interno ben sette pezzi provenienti dalle realizzazioni precedenti e due inediti per l’occasione. Continuità espressiva e apprezzamento di quanto realizzato in passato, quindi, a comporre la spina dorsale del disco identificato dal minaccioso ragno campeggiante su di un tetro paesaggio urbano.
Rising From Hell è un attacco a base di HM americano in piena regola, fra Metal Church e Vicious Rumors, con un finale a sorpresa. I Red Warlock non giocano a bluffare: le carte vengono calate sapientemente sul tavolo verde fin dalla prima mano, a sgombrare il campo dagli eventuali dubbi, quindi tecnica e feeling adeguato da parte degli strumentisti e un’ugola rubata in una acciaieria, vedasi alla voce Marco Piu.
Awakening è brano dai tratteggi multicolori: Epic Metal evocativo nell’incipit e a metà pezzo, in quello che resta ancora suoni duri e un andazzo da concerto da paura con i tempi dettati dal singer a incitare i contro cori di ritorno da parte degli altri strumentisti. Assoli al fulmicotone a supporto del tutto.
Il moloch scatenato da Sabrewolf avanza a passi cadenzati e impietosi seguendo l’impianto canzone di certi Helstar, con il titolo del brano a scandirne l’incedere, a botte di mazzate chitarristiche di marca Slayer, tanto pesano.
Prima concessione melodica in Eagle Take My Hand senza mai rinunciare all’usuale fronte d’urto. Mr. Pau, per l’occasione, sugli scudi, a omaggiare il grande e mai troppo rimpianto Ronnie. Per chi scrive l’highlight dell’album.
Mark Of Betrayal è una scura cavalcata che emana il caro, vecchio sapore dei pirati di Amburgo Running Wild grazie a riff implacabili, arricchita da una buona dose di chorus a redwarlockizzarne le coordinate stilistiche. Altro episodio da urlo. Red Warlock, la traccia che riporta il nome del gruppo, possiede chitarre dal taglio attuale e vive di cambi di tempo assassini a la mercé del gusto siderurgico della premiata coppia d’asce Andrea Giribaldi/Gianni Corazza.
Il settimo sigillo di Serve Your Master risponde al nome di Endless Line ed è un vero peccato che non sia stato sviluppato a dovere, colpevolmente compresso in un solo minuto e sedici secondi di durata. L’occasione di dare spazio a una diversa e interessante angolazione del songwriting dei Nostri, quella intimista senza concessioni alla potenza, viene irrimediabilmente sprecata. La canzone, messa così, di fatto, tira solo la volata alla seguente Slave To The Master, che nulla aggiunge a quanto già dimostrato dai pezzi precedenti in termini di peso specifico ed energia. Finale affidato alla velocità assassina di Ashes And Blood: dura, possente e pesantemente Primal Fear.
Red Warlock da Sassari significa tradizione, nessuno sbrago commerciale, suoni, ma anche soluzioni e produzione completamente in linea con l’oggi e un occhio rivolto al futuro.
Serve Your Master è album ben bilanciato che riesce nel difficile obiettivo di consacrare un trademark al primo colpo, fatte salve le inevitabili influenze, che però vengono saggiamente elaborate e poi metabolizzate a dovere. Disco nello stesso tempo dalle diverse e variegate angolazioni che può suggerire differenti chiavi di lettura in dipendenza dei gusti e delle aspettative di ognuno. La mancanza di un po’ di sana e inconsapevole ignoranza metallica ne mina talvolta l’immediatezza e porta inevitabilmente il lavoro ad essere apprezzato sempre più ascolto dopo ascolto, così come rischia di non essere capito fin da subito se fatalmente non scocca naturalmente la classica scintilla d’amore metallica. Booklet con tutti i testi e foto al gruppo d’atmosfera.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1 – Rising From Hell
2 – Awakening
3 – Sabrewolf
4 – Eagle Take My Hand
5 – The Mark Of Betrayal
6 – Red Warlock
7 – Endless Line
8 – Slave To The Master
9 – Ashes And Blood
Line-up:
Andrea Giribaldi – chitarra
Marco Piu – voce
Gianni Corazza – chitarra
Tony Rassu – basso
Claudio Sechi – batteria