Recensione: Servile Insurrection
I Severed Savior da South San Francisco portano avanti da circa dieci anni la bandiera della brutalità sonora senza compromessi e dell’anti-cristianità (il loro primo moniker fu il molto più esplicito Christ Denied). Ne danno testimonianza i primi passi mossi dalla band, passi che lasciavano profonde impronte di sangue e non davano adito a dubbi sull’attitudine estrema che li contraddistingueva fin da giovanissimi.
Nonostante l’energia dimostrata in precedenza, vuoi per produzioni non eccellenti, vuoi per un’intesa mai fino in fondo raggiunta tra le diverse componenti del gruppo, fatto dovuto anche ai frequenti cambi di line-up, i Severed Savior non avevano mai lasciato trasparire dalla loro musica la sensazione di piena compiutezza artistica che ci si poteva aspettare. Cosa che invece è improvvisamente accaduta con questo nuovo Servile Insurrection che infatti possiamo senza dubbio definire l’album della prima maturità acquisita.
Il singer è cambiato, ora dietro al microfono stanzia il meno cavernoso ma sicuramente più versatile Antony Trapani e alla chitarra assistiamo al ritorno di uno dei fondatori della band Mike Gilbert. La nuova linfa portata evidentemente dai due ha fatto sicuramente bene al processo di composizione che è cominciato a diventare un po’ meno prevedibile e, complice anche una produzione finalmente all’altezza della perizia tecnica dei quattro, ha permesso al disco in questione di venire su in maniera davvero interessante.
L’album parte subito con uno dei brani più belli, a mio parere, la schizofrenica Question, che fa dei continui cambi di tempo costantemente tendenti alla velocità supersonica il suo marchio di fabbrica e che mette subito in luce la maggiore ricchezza di soluzioni acquisita dal guitar player, durante il periodo d’assenza dalla band, messa in pratica con una prova veramente maiuscola ed un finale che spiazza. Un altro capolavoro a tal proposito è la stupenda Acts of Sedition, un brano di inaudita violenza caratterizzato da riff veloci e taglienti come lame nell’oscurità e da un’attitudine progressive che ne amplifica la bellezza.
A dimostrare che il verbo tramandato dalla band è sempre quello della brutalità il fatto di aver voluto riproporre, in una veste tutta nuova due brani tratti dal primo Ep Forced To Bleed: di cui uno, Fuck The Humans, presenta forse l’embrione della attuale direzione artistica in quel particolarissimo intermezzo a la Atheist che per un attimo ti fa sussultare, gettato in mezzo ad un tale assalto sonoro. Ma soprattutto stupisce quella Puddle of Gore, tratta addirittura dal demo di debutto omonimo del 2000, che anche risuonata dopo tanti anni conserva tutta la sua brutalità embrionale gettando secchiate di sangue infetto addosso ai malcapitati ascoltatori.
Da segnalare infine, un brano strumentale, sorprendentemente dal titolo in perfetta lingua italiana, chiamato Intervallo del Tradimento (forse anche qui si legge l’influenza del nuovo singer di chiarissime origini italiche?) piazzato strategicamente proprio a metà del disco a spezzare completamente l’atmosfera sulfurea ed a permettere di tirare un po’ il fiato, trattandosi di un breve pezzo di chitarra classica più vicino ad Al DiMeola che al Death.
Un primo discreto passo dunque è stato compiuto dai Severed Savior verso la ricerca di una propria personalità artistica, si tratta di un lavoro valido e di grande impatto sotto tutti i punti di vista che farà sicuramente felici gli amanti del genere mettendo carne fresca (rigorosamente al sangue!) sul loro piatto. Buon appetito.
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
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Tracklist:
1.Question 04:43
2.Inverted And Inserted 04:11
3.Rewards of Cruelty 03:12
4.Fuck The Humans 03:24
5.Hemorrhagic Gastroenteritis 00:57
6.Intervallo del Tradimento 00:50
7.Acts of Sedition 04:05
8.Fecalphiliac 03:04
9.Spoils of War 03:34
10.Deadspeak 03:32
11.Servile Insurrection 03:14
Total playing time 34:39