Recensione: Seventh Sadistic Serenade

Di Andrea Bacigalupo - 19 Aprile 2025 - 17:19
Seventh Sadistic Serenade
Etichetta: Iron Shield Records
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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65

Seventh Sadistic Serenade’ è il settimo e nuovo album del Fatal Embrace, disponibile dal 4 aprile 2025 via Iron Shield Records.

La band fa razzie per le lande tedesche dal 1993, brandendo come arma un furente Thrash Metal vecchia maniera.

Durante il corso del tempo gli avvicendamenti sono stati parecchi, ed oggi dei Fatal Embrace degli esordi rimane solo il bravo vocalist Dirk ‘Heiländer’ Heiland, a cui si aggiunge, come altro componente “anziano”, il chitarrista Jörg ‘Spezi’ Trabalski, entrato nel 2007 e presente, per la prima volta, sull’album ‘The Empires of Inhumanity’ del 2010. Gli altri tre musicisti che suonano su ‘Seventh Sadistic Serenade’ sono “freschi” (tra virgolette perché dotati di una qual certa esperienza).

Cambia la band ma non la formula: i Fatal Embrace percorrono la strada tracciata dai vecchi leoni del movimento tedesco: i soliti Kreator, Destruction, Sodom (…ma anche Venom ed Exodus, in certi frangenti e guardando il panorama internazionale), niente di più, e per quanto riguarda quest’ultimo lavoro, con qualcosina in meno, visto che non raggiungono mai i loro livelli di massimo estremismo.

Senza altri giri di parole ‘Seventh Sadistic Serenade’ soffre di una qual certa staticità, con molti brani che non differiscono troppo, non solo tra loro, ma neanche, purtroppo, dagli altri 52.356,24 che abbiamo già ascoltato ed appartenenti alle band citate sopra. In definitiva “Questa l’ho già sentita” è un pensiero che si manifesta un po’ troppo, nonostante i tratti personali messi in evidenza, quali un taglio delle chitarre particolarmente ronzante ed una voce che riesce a fondere bene la melodia con le tonalità aggressive.

Comunque, prese singolarmente e mettendo da parte i paragoni, la maggior parte delle tracce non sono male nonostante l’ordinarietà: viaggiano essenzialmente a velocità siderale, sono roventi e parecchio feroci, impestando l’aria di quel nero demone che rende tutto inquietante e fumoso.

Nota negativa per ‘Where Life And Death Are One’ che, alla lunga, risulta monotona e per ‘Blind Obedience’ folle al punto giusto ma dispersiva, mentre le note positive sono per quelle canzoni che escono dagli schemi dell’album, che mettono in luce una buona capacità di scrittura della band, caratteristica che, purtroppo, non viene sfruttata in pieno. Sono l’iniziale ‘Rest in Violence’, con la sua intro acustica dalle sfumature medievali, l’attacco robusto che segue e le strofe Old School che si rincorrono con i refrain infernali, ‘Burn With Desire’ ed i suoi cambi di tempo infuriati e le ritmiche seghettate, ‘Legends of Deliverance’, che avanza implacabile come un rullo compressore e ‘Suicidal Chaos’, ipercinetica e malvagia, pronta per essere spedita all’inferno.

Infine si menziona ‘Nice Boys’, cover dei grandi Rose Tattoo, estratta dal loro primo album del 1978. La versione Thrash dei Fatal Embrace è proprio spassosa, con la chitarra slide che ne amplifica la grinta è fin troppo idonea per incendiare i palchi; alla fine è il brano più coinvolgente dell’intera scaletta.

Tirando le somme, ‘Seventh Sadistic Serenade’ supera la sufficienza, ma la troppa uniformità (unita ad una lunghezza superiore ai 45 minuti) ed un paio di brani non proprio ficcanti non lo fa andare oltre. Peccato, la band è senz’altro di buona esperienza e la produzione del disco ne fa sprigionare tutta l’energia. Speriamo che la lineup si consolidi ed aspettiamo il prossimo lavoro.

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