Recensione: Shackleton’s Voyage
Dietro all’ambizioso progetto Eureka, fondato nell’ormai lontano 1997, troviamo il solo Frank Bossert, un polistrumentista appassionato di prog rock settantiano proveniente dai dintorni di Amburgo (Germania), interessato a ricalcare le orme di gruppi storici quali Yes o Rush. Nello stesso anno vede la luce il tanto agognato eponimo disco di debutto, seguito a sua volta dal secondo full length ufficiale, intitolato The Full Circle, risalente invece al 2002. A distanza di quattro anni dalla pubblicazione di The Compass Rose, terzo studio album uscito nel 2005, vede ora la luce il quarto disco targato Eureka, intitolato Shackleton’s Voyage, dato alle stampe nel mese di giugno del 2009 dall’etichetta tedesca InsideOut Music.
Composto da quindici tracce (per un minutaggio complessivo di poco superiore ai cinquanta primi di durata), questo Shackleton’s Voyage è un lavoro quasi completamente strumentale, a cavallo tra neo-progressive rock (sulla scia dei Pendragon, per intenderci) e rock sinfonico alla Mike Oldfield (soprattutto quello di Tubular Bells e di Crises), a cui vanno inoltre ad aggiungersi svariati inserti di musica celtica. Un disco che vede come protagonista assoluto il polistrumentista tedesco Frank Bossert, occupato in questa sede nella molteplice veste di chitarrista, bassista, tastierista, percussionista e batterista, oltre che come principale compositore di tutte le tracce qui proposte. Al suo fianco troviamo vari special guest d’eccezione, del calibro, ad esempio, di Yogi Lang (RPWL) ai synth e Billy Sherwood (ex membro degli Yes) al microfono, ai quali va inoltre ad aggiungersi l’attore Ian Dickinson, qui impegnato in qualità di voce narrante. La vicenda raccontata all’interno di questo Shackleton’s Voyage fa riferimento alla seconda spedizione navale guidata da Sir Ernest Henry Shackleton attraverso il continente antartico (altrimenti conosciuta come “Spedizione Endurance”, dal nome della nave impiegata per la traversata), un viaggio durato dal 1914 al 1917, e che aveva come fine ultimo una serie di rilevazioni scientifiche e geografiche (ulteriori informazioni riguardo a questa storia sono disponibili sul myspace ufficiale degli Eureka). Un platter che mette in evidenza un songwriting piuttosto fluido e organico, capace di dare il meglio di sé solamente dopo ripetuti e attenti ascolti, e nel complesso abbastanza riuscito. Bisogna segnalare poi come tutti i brani qui proposti si attestino su livelli qualitativi tutto sommato alti, senza particolari cali o repentini passaggi a vuoto: inutile in questo senso mettersi a fare un’analisi approfondita dei singoli pezzi, considerato soprattutto che ci troviamo davanti a un concept tutto sommato difficile da metabolizzare, e apprezzabile in toto solamente se affrontato in tutta la sua interezza.
In definitiva, questo Shackleton’s Voyage si rivela essere un disco ben suonato e particolarmente interessante, certo non un capolavoro, ma in ogni caso un album piuttosto riuscito e decisamente godibile. Un lavoro che brilla soprattutto per via di un songwriting abbastanza organico e ispirato, ben strutturato nel complesso, e sorretto inoltre da una produzione ottimale sotto ogni punto di vista. Insomma, un vero e proprio centro per questi Eureka, un platter assolutamente valido, e capace senza dubbio di soddisfare le esigenze degli appassionati del genere.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. The Last Adventure
02. Departure (feat. Troy Donockley)
03. The Challenge (feat. Billy Sherwood)
04. Grytviken Whaling Station
05. Heading South (feat. Yogi Lang)
06. Icebound
07. Plenty Of Time
08. The Turning Point
09. Going Home (feat. Billy Sherwood)
10. Into The Lifeboats
11. Elephant Island
12. Will You Ever Return? (feat. Kalema)
13. In Search Of Relief
14. The Rescue
15. We Had Seen God!
Line Up:
Frank Bossert – Guitars, Keyboards, Bass, Mandolin, Percussion, Drums
Billy Sherwood – Vocals
Troy Donockley – Uillean Pipes, Low Whistle
Yogi Lang – Moog, Synthesizers
Kalema – Vocals
Ian Dickinson – Narration