Recensione: Shades of Art
I Trail of Murder vengono dalla Svezia e questo Shades Of Art rappresenta il primo disco solista del singer Urban Breed, già conosciuto per i suoi trascorsi con band di spicco come Tad Morose e Bloodbound. I suoi compagni di squadra non sono però dei novellini e quindi ecco tra le fila degli svedesi anche il batterista Pelle Åkerlind, ex Bloodbound e Morgana Lefay, e il chitarrista Daniel Olsson, anche lui ex Tad Morose.
Sono sempre stato un fan delle doti vocali di Urban Breed ed ero molto curioso di vedere come sarebbe stato un lavoro in cui fosse la sua voce il centro del progetto. L’album si rivela ricco di soluzioni molto interessanti, sin dalla title track, in cui spicca una produzione pesante che ben si amalgama con le melodie della chitarra e con l’ottima performance di Urban Breed, subito in gran spolvero. La sua interpretazione è precisa e coinvolgente e il brano non può che guadagnarci. Il riff portante della seguente Carnivore è così pesante da sembrare uscito da un disco dei Morgana Lefay. La linea vocale tende a smorzare la durezza in una canzone sicuramente piacevole ma forse poco memorabile.
Anche il terzo brano, Lady Don’t Answer, si mantiene su un mid tempo pregevole in cui è ancora una volta la voce a fare da padrona. Buono di sicuro il ritornello, che mi ha fatto venire in mente alcune cose composte dai Brainstorm. Finalmente si spinge un po’ sull’acceleratore con Mab, che si mantiene su tinte più power rispetto alle composizioni precedenti. Per il momento è uno dei pezzi più riusciti, anche per quanto riguarda la parte strumentale. Torniamo su territori più melodici con I Know Shadows, ottimo brano che ricorda i trascorsi di Urban Breed con i Bloodbound. Anche in questo caso si nota la buona prova dei musicisti coinvolti nella parte centrale.
Dopo una intro arpeggiata, Your Silence si assesta su un altro mid tempo dal sapore quasi tribale. Purtroppo il risultato finale è abbastanza anonimo, soprattutto il ritornello scorre via senza lasciare traccia. Si torna a spingere per fortuna con Higher, pezzo veloce che però non dimentica una certa melodia vocale: ottimo per rialzare il livello di adrenalina dell’album. The Song You Never Sang è un’altra buona prova in cui si mischiano pesantezza e orecchiabilità, soprattutto nel refrain. La stessa formula si ripete con la seguente Nightmares I Stole, anche se il livello compositivo è vagamente inferiore.
Buonissima invece Child of The Darkest Time, dai toni epici e oscuri al tempo stesso. Più anonima la penultima traccia, Some Stand Alone, mentre chiude alla grande My Heart Sill Cries in cui Urban Breed nella parte iniziale mi ha ricordato addirittura Don Dokken.
Non so quali siano i piani a lunga scadenza dei Trail of Murder, ma devo dire che questo album è un ottimo lavoro, il cui unico difetto è quello di non avere le carte in regola per essere un classico. Penso comunque che il livello compositivo possa crescere col tempo e sono sicuro che Shades Of Art piacerà a tutti gli amanti del metal classico, meno becero e più di classe.
Mauro Saracino
Tracklist:
1. Shades of Art
2. Carnivore
3. Lady Don’t Answer
4. Mab
5. I Know Shadows
6. Your Silence
7. Higher
8. The Song You Never Sang
9. Nightmares I Stole
10. Child of Darkest Night
11. Some Stand Alone
12. My Heart Still Cries
Formazione:
Urban Breed – voce
Pelle Åkerlind – batteria
Daniel Olsson – chitarra
Hasse Eismar – chitarra
Johan Bergquist – basso
durata 52 min circa