Recensione: Shadow Mechanics
I Demigod sono un gruppo non particolarmente innovativo, ma che riesce ad unire due tradizioni Death metal allo stesso tempo vicine e lontane, ossia quella finlandese e quella svedese. Questo “Shadow Mechanics” credo che ne sia la prova più lampante. E il tutto è fatto con classe ed intelligenza; anche se non siete dei veri appassionati del genere, sicuramente questo lavoro merita un attimo di attenzione perchè è sorprendente come sappia coinvolgere dopo un certo numero di ascolti.
L’apertura è affidata a “My Blood Your Blood” la quale, forte di un riffing aggressivo, lascia intravedere il lato più classicamente Death del gruppo. Un Death tutto sommato ancorato alla tradizione melodica scandinava, soprattutto per quello che riguarda gli arrangiamenti. Con la successiva “In The Mirrors” già si intravedono quegli elementi che riconducono necessariamente al sound finlandese, con qualche vago accenno ai vecchi Amorphis; tuttavia il vero connubio arriva con la terza “Lost Within”: una buona unione di potenza sonora e melodie molto particolari e a modo loro evocative.
Sono rimasto abbastanza stupito nel constatare che i Demigod vantano una formazione di ben 7 elementi, di cui due cantanti! E’ ovvio come questa condizione offra, se ben sfruttata, delle ottime possibilità da un punto di vista di varietà sonora. E paradossalmente è proprio questo l’unico elemento un po’ penalizzante di Shadow Mechanics: nelle 11 tracce la formula viene ripetuta un po’ troppo uguale a sè stessa, e anche certe linee melodiche, per quanto azzeccatissime, sembrano certe volte ritornare.
“Gates Of Lamentation” è dedicata a chi adora pezzi un po’ più tirati del solito: è piacevole notare come anche in una simile traccia i Demigod abbiano tuttavia saputo imprimere il loro marchio, tramite degli arrangiamenti non eccentrici ma comunque curiosi. Tra l’altro devo osservare come il suono sia quasi impeccabile: una produzione veramente professionale e precisa tanto nelle distorsioni quanto nelle parti acustiche. Se quindi vi piacciono album dal suono pulito e potente, questo è l’ennesimo punto a favore del Cd.
I Demigod, se siete in una fase di noia, potrebbero essere la vostra salvezza. Lo ripeto: non siamo di fronte al Cd più rivoluzionario dell’anno. Tuttavia non si può parlare neanche della solita minestra riscaldata. Poi, diciamolo per chi non lo sapesse, non siamo di fronte a dei novellini, bensì ad un gruppo che gira dal lontano 1990. Un giusto compromesso tra classico ed innovativo, questa è la chiave dei Demigod.
Matteo Bovio
Tracklist
01. My Blood Your Blood
02. In The Mirrors
03. Lost Within
04. Where The Shadows Clash
05. Trail Of Guilt
06. Gates Of Lamentation
07. Silent With Earth
08. Derailed
09. Crimson Tears
10. Drifting
11. Burning