Recensione: Shadow of the Angel
I polacchi Ceti sono attivi sulla scena metal da una quindicina di anni durante i quali si sono sempre confermati come una delle migliori bands provenienti dalla Polonia, eppure il loro nome, se escludiamo la terra di origine, dove sono giustamente considerati dei veri e propri pionieri del metal, e la Germania, terra sempre aperta ai gruppi provenienti dall’underground, è pressoché sconosciuto alla stragrande maggioranza dei metalheads, nonché degli addetti ai lavori, e questo è a mio avviso un grande peccato, una ulteriore dimostrazione di quante bands vi siano in giro per il mondo ma che non godono del successo che meritano solo perché rimasti fuori dal circuito del business musicale.
Quello che ho l’onore di presentare è il decimo lavoro di questa band, attiva dal lontano 1989, quando venne rilasciato “Czarna róza” che venne accolto dalla critica locale come un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Shadow of the Angel non è altro che la naturale evoluzione di un certo tipo di sound grezzo ma melodico, potente e maestoso grazie alle parti di tastiera abilmente inserite qua e là. La caratteristica principale della proposta di questi 5 polacchi è la voce aggressiva e graffiante di Grzegorz Kupczyk (di cui ho avuto modo di parlare a questo indirizzo), unico vero leader di questa band davvero dotata tecnicamente ed artefice di un songwriting di impatto, fresco e convincente.
Per i tanti che non conoscono questo gruppo, possiamo dire che i nostri propongono un sound a cavallo tra sonorità classic heavy, certe sperimentazioni targate Rhapsody e Malmsteen’s Rising Force, e melodie degne dei migliori Pretty Maids. Le molteplici influenze tuttavia non si fermano a questi nomi, basta ascoltare la bellissima e sognante Song of the desert per notare certe influenze dell’US power metal,dei grandissimi Savatage in particolare. In quest’album un ruolo di primo piano è affidato all’unica donna presente in formazione, Marja “Marihuana” Wietrzykowska, dotata di una voce eterea ed angelica che ben si sposa con la potente e passionale voce di Kupczyk e soprattutto con le atmosfere magistralmente create dalle tastiere, strumento che questa ragazza padroneggia abilmente. Ciliegina sulla torta è la partecipazione in qualità di ospiti di Steve Adams (Mirage) nella strumentale Time to fly e di Peter Wiwczarek (Vader) alla voce in Falcon’s flight.
In conclusione, si tratta di una band di valore ed assolutamente da scoprire, non tragga in inganno il fatto che la Polonia sia conosciuta essenzialmente come la terra di bands dedite ad un genere aggressivo e difficilmente assimilabile come il death metal, la proposta di questi ragazzi non vi lascerà insoddisfatti se saprete metter da parte i pregiudizi e giudicherete il più asetticamente possibile quanto le vostre orecchie ascolteranno. Fidatevi!
Leonardo Arci
Line-up:
G. Kupczyk – vocals
P. Burzynski – guitars
Marihuana – keyboards, vocals
B. Urbaniak – bass
Mucek – drums
Special guests:
Steve Adams (Mirage)
Peter Wiwczarek (Vader)
Tracklist:
1. Beyond the time
2. Treason
3. The choice
4. The blind man
5. Time to fly
6. Raining dream
7. Song of the desert
8. Falcon’s flight
9. I know
10. Destiny
11. Shadow of the angel (Life and the throne)
12. Body and blood
Bonus Tracks
13. Wybór (bonus track)
14. Wiem
15. Cien Aniola
16. Cialo i krew