Recensione: Shadow Riders
Come si fa a non prendere in simpatia una band che ha come motto “Against Sober People”? I Nox Interitus sono ovviamente veneti, suonano un buonissimo black metal e, contrariamente alle premesse non troppo seriose, sanno il fatto loro e Shadow Riders è un lavoro che scorre come un buon vino. Il sound della band prende a piene mani da Impaled Nazarene, Defleshed e alcune forme degli Immortal, offrendo un assalto pressoché totale e che troverà sicuramente gradimento fra gli amanti del compromesso zero. La chitarra offre un buon campionario di riff black-death e risulta essere croce e delizia dell’album: spesso infatti risulta troppo “solitaria” e perde in potenza. Un secondo chitarrista farebbe guadagnare parecchia pacca in più e migliorerebbe non di poco anche la dinamica dei brani in questione, che sono comunque prodotti adeguatamente e offrono una padronanza del genere di buon livello, che ben si sposa con l’attitudine etilica della band. La voce di Fenrir è ovviamente uno scream indemoniato senza variazioni di sorta e la sezione ritmica è un martello costante; non ci sono momenti di stanca nella mezz’ora abbondante di Shadow Riders e alla fine si riascolta il tutto sempre con piacere. Non ci sono dubbi su un’ipotetica resa dal vivo dell’opera, che non farà né sconti né prigionieri e scatenerà l’inferno sotto le assi del palco; purtroppo, come molte uscite di questo tipo difetta, un po’ in personalità, ma in fin dei conti la cosa non è rilevante. Se volete mezz’ora di sano macello e ignoranza, rigorosamente con un boccale di birra in mano, questa è casa vostra; date un’opportunità ai Nox Interitus, non ve ne pentirete!