Recensione: Shadowman

Di Giulio Caputi - 1 Dicembre 2005 - 0:00
Shadowman
Band: Steve Walsh
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2005
Nazione:
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90

Steve Walsh è il cantante/tastierista nonché istrionico frontman del leggendario gruppo pomp – progressive Kansas. Generalmente mi accosto agli album solisti con un certo scetticismo, ma questa volta mi sono immediatamente ricreduto, qui siamo davanti ad un vero e proprio capolavoro, addirittura superiore alla precedente uscita discografica del gruppo di appartenenza (il già più che apprezzabile “Somewhere To Elsewhere”, del 2000). C’è da dire che anche il side-project di Billy Greer (bassista dei Kansas) – due album a nome “Seventh keys” – era di ottima fattura, ma qui andiamo ben oltre. Importanti anche le collaborazioni con di cui Walsh si è avvalso per la realizzazione di “Shadowman”, a cominciare da Michael Romeo per le orchestrazioni, il ritorno del violinista David Ragsdale – che aveva sostituito Robert Steinhardt in “Freaks Of Nature”, album dei Kansas del 1994 – ed il batterista Joe Franco (ex Twisted Sister).

Mi aspettavo un inizio accostato a sonorità più AOR oriented, invece la traccia di apertura, “Rise”, stupisce per la potenza distruttiva con cui porta l’ascoltatore su binari ben più heavy. Attenzione però: qui come per il resto del disco è l’originalità a farla da padrone ed ogni paragone sembra essere decisamente fuori luogo. Ad ogni modo il pezzo è d’impatto, il riff portante moderno e gli inserimenti di “loops” ritmici alla Tool si scontrano con i chiari riferimenti pomp prog di matrice Styx/Kansas ed il risultato non può che essere strepitoso. Il discorso viene ancora più accentuato per la title track “Shadowman”, in cui una spettacolare inserzione sinfonica contrasta la melodia portante (molto orecchiabile) trasudando tutta la passione e l’energia di questo inossidabile musicista. “Davey And The Stone That Rolled Away” è un hard rock frizzante in cui il lavoro ritmico dà quel qualcosa in più che rende questo pezzo veramente godibile. Se si ascolta per un paio di volte la quarta traccia “Keep On Knockin’” si finisce per amarla incondizionatamente, è un hard’n’blues impreziosito dalle magiche orchestrazioni guidate da Romeo e da un refrain irresistibile; tracce di synth poi lo rendono particolarmente originale e per nulla scontato. Con “Pages Of Old” rientriamo nello stile Kansas più recente, quello legato ad album come “Freak Of Nature” e “Somewhere To Elsewhere” , canzone delicata ma non smielata, in cui si sente l’infinita classe di Walsh. Fino a questo punto mi sentivo già abbastanza soddisfatto di ciò che avevo ascoltato, ma non mi immaginavo che il meglio sarebbe arrivato con le due canzoni successive, “Hell Is Full Of Heroes”, incalzante hard rock modernizzato, dotato di ottimi riff e un ritornello da urlare a squarciagola, e soprattutto, “After”, straordinario pezzo di quasi dieci minuti che mi riporta indietro ai tempi del superbo “Masque” (1975), grazie ai riecheggiamenti di una certa “The pinnacle” e alle divagazioni di Ragsdale oltre alle incredibili orchestrazioni del già citato M.Romeo. Conclude degnamente il platter la ballata “The River”, sicuramente il pezzo meno originale ma che nel contesto generale non sfigura affatto, essendo una degna reminiscenza dei trascorsi negli “Streets” del cantante americano.

Certo un disco di questo livello non me lo sarei mai aspettato, non che Walsh non ne sia capace, ma piuttosto perché di un certo tipo di fare musica, nel senso più sperimentale e creativo del termine, ormai nel percorso artistico di Steve s’era un po’ persa la traccia da tempo, visto che gli ’80 hanno visto Walsh misurarsi in territori molto più appetibili per il grande pubblico (anche se sicuramente di altissimo livello), e anche l’ultimo album dei Kansas non mi aveva esaltato più di tanto. Non posso quindi far altro che ritenermi soddisfatto e incapace di togliere dal lettore “Shadowman”, un lavoro sicuramente meritevole della massima attenzione di tutti, e non solo dei fan dei Kansas.

Tracklist:

1. Rise
2. Shadowman
3. Davey, And The Stone That Rolled Away
4. Keep On Knockin’
5. Pages Of Old
6. Hell Is Full Of Heroes
7. After
8. The River

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90