Recensione: Shadows Of The Past
Mike Terrana l’ho scoperto recentemente: da quel poco che so, ha all’attivo ben 30 anni di carriera e vanta collaborazioni di tutto rispetto. Da qualche anno è anche il nuovo batterista dei Rage (e secondo me la band di Wagner ha ora una marcia in più), ma ha trovato il tempo di proporsi come artista solista con questo “Shadows Of The Past”, disco orientato verso lidi Rock/Fusion, in cui Terrana mette in luce le sue straordinarie doti di batterista, cercando di esplorare territori musicali che, a dire il vero, non trovo del tutto consoni al suo stile.
Reputo, infatti, il materiale di questo cd interessante, ma non proprio convincente. Ascoltando le canzoni, il buon Mike sembra quasi un pesce fuor d’acqua, nonostante, per tutta la durata del disco, il suo drumming si mantiene su livelli eccellenti. In generale, pezzi come l’opener “Pleasure Cube” (che beneficia della classe di un maestro come Steve Lukather nel ruolo di special guest), il rock/AOR di “Samatha”, la malinconica title-track o la ritmata “Rio”, sono piacevoli e di pregevole fattura, soprattutto dove interviene il sax di Dave Reinstien; per il resto, mi è sembrata una realease scialba, in cui anche il basso di Kevin Chown (che se non sbaglio è il bassista degli Artension) risulta privo d’inventiva. Il lungo assolo di batteria posto alla fine del cd (quasi 12 minuti) mi sembra francamente inutile. Alla lunga, chiunque, anche un batterista, si annoierebbe ascoltandolo.
“Shadows Of The Past” è un buon disco che sicuramente poteva essere fatto meglio, soprattutto in fase compositiva. Mike Terrana dimostra di possedere un bagaglio tecnico invidiabile, ma questo non basta: spero torni presto con una prova migliore, anche per mettere a tacere quelle voci che lo danno come un batterista poco versatile.
Tracklist:
1. Pleasure Cube
2. Anteres
3. Samantha
4. Press One For English
5. More Coffee
6. Shadows Of The Past
7. Rio
8. Internal Affair
9. Communion