Recensione: Shadows Over Lothadruin
Gli italiani Wind Rose, attivi dal 2004, sono l’ennesimo gruppo che ha fatto del Power Metal sinfonico e dei testi d’ispirazione fantasy il proprio credo.
Il quintetto nostrano pubblica un primo Demo autoprodotto nel 2010 e arriva all’esordio discografico vero e proprio nel 2012, rilasciando per la Bakerteam Records questo “Shadows Over Lothadruin“.
L’album che stiamo per analizzare, presenta un gruppo indubbiamente ben preparato tecnicamente, ma, purtroppo, piuttosto carente e poco personale in fase di songwriting.
Vediamo perché.
Il lavoro del combo toscano si snoda attraverso ben sedici brani e, proprio come fecero i Blind Guardian per il loro storico capolavoro “Nightfall In Middle Earth“, datato 1998, anche i Wind Rose decidono di intervallare più o meno ogni canzone del disco con brevi frammenti sinfonici e narrati che aiutano ed integrano il prosieguo della storia.
Purtroppo, come già accennato in apertura, sebbene il gruppo abbia tutte le carte in regola per poter sfornare un lavoro degno del genere che rappresenta (inglobando anche elementi e forti richiami al sound di gruppi Prog come Dream Theater e Symphony X), non riesce a sfruttare appieno le proprie capacità, cosicché l’opera prima si trascina piuttosto faticosamente per quasi tutta la sua durata.
Nulla da dire ad ogni modo, a tratti cose buone emergono senza dubbio, come nel caso della piacevole, ma fin troppo classica e scontata, intro strumentale “Prelude“ o come la bella “Son Of A Thousand Nights“, canzone che sembra scaturita da una collaborazione fra Symphony X e Blind Guardian appunto.
Degne di menzione risultano essere anche la convincente “Led By Light“ e la riuscita, ma assolutamente scontata, “Moontear Sanctuary“.
Insomma, tutti esempi di buona musica, suonata con competenza e perizia. Senza tuttavia, quel qualcosa di personale e davvero riconoscibile, quel carattere che consente solitamente ad un buon gruppo d’emergere davvero, ponendosi all’attenzione in modo concreto e memorabile.
L’eccessiva lunghezza del disco infine, rischia di rivelarsi come un limite sostanziale alla fruizione di un album che in tal modo appare un po’ dispersivo.
In conclusione “Shadows Over Lothadruin“, può essere definito come l’ambizioso primo passo di una band senza dubbio valida, che deve però imparare ad esprimere meglio il proprio potenziale creativo, facendo affidamento maggiormente sulle proprie idee e su di una personalità meglio rodata.
Una band che, date le premesse, sicuramente potrà raggiungere risultati ben più notevoli in futuro. Ne siamo sicuri.
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Tracklist:
01. Prelude
02. Endless Prophecy
03. (The Tournament)
04. Siderion
05. (The Grand March)
06. Son of a Thousand Nights
07. The Fourth Vanguard
08. (Dark Horizon)
09. Majesty
10. (The Havoc)
11. Oath to Betray
12. Led by Light
13. (Sacred Fount)
14. Moontear Sanctuary
15. (Vererath)
16. Close to the End
Line Up:
Francesco Cavalieri – Voce
Claudio Falconcini – Chitarra / Voce
Federico Meranda – Tastiere
Alessio Consani – Basso
Daniele Visconti – Batteria / Voce