Recensione: Shakespeare’s Macbeth
Titolo completo: Shakespeare’s Macbeth – A Tragedy In Steel
Il 2002 vede una grande novità nel campo dell’Heavy Metal teutonico, con l’uscita di un grande disco come questa Tragedy In Steel. La line-up è di primo livello, con grandi musicisti come Tomi Gottlich e Uwe Illis, ex-Grave Digger e leader di questa band, che in effetti risente un pò nelle sonorità della ex band dei due.
Il disco, come da titolo, è ispirato alla leggendaria tragedia Shakespeariana, e ne riprende perfettamente le atmosfere cupe e violente; dopo una rapida introduzione che spiega le vicende e le ambientazioni, il disco parte alla grande con Disdaining Fortune, grandissima canzone con un ritornello molto orecchiabile, cosa che ogni tanto non guasta. Segue The Prophecy, altra buona song, mentre il vero clou del disco arriva con Husbandry In Heaven, a mio giudizio una delle migliori canzoni degli ultimi tempi, davvero bella con musicisti ispiratissimi, con melodie semplici ma immediate e con alcuni richiami Helloweeniani. Il disco poi prosegue sempre ottimamente, con alti e bassi (pochi) in cui spiccano le ottime Letters Of Blood e Revenge, per poi finire in bellezza con Die With Harness On Your Back.
Non c’è che dire, dopo lo split con i Grave Digger ci si aspettava tanto da Gottlich e Illis, e i due non hanno deluso le aspettative.
Da avere.
Tracklist:
1. Introduction
2. Disdaining Fortune
3. The Prophecy
4. Husbandry In Heaven
5. The Dead Arise
6. Evil Speaks
7. Letters Of Blood
8. Revenge
9. Claws Of Madness
10. Demons Rising
11. Die With Harness On Your Back