Recensione: Shameless
Demo d’esordio per i palermitani Nexus, formazione che riunisce
musicisti che si esprimono in questo Shameless secondo registri
musicali decisamente distanti dai propri principali progetti, che spaziano in un
ampio spettro teso dal power sinfonico (Thy Majestie, Irencros e
Holy Knights), al gothic (Envidhia) sino al black metal (Legion
Of Darkness).
Ebbene i Nexus non sono niente di tutto ciò, dando vita a un thrash
moderno e industrialoide decisamente trascinante, in cui i nostri danno sfoggio
di sapersi cimentare molto bene con un altro genere musicale, andando a
riversare in Shameless il bagaglio di esperienza accumulata negli
anni. Infatti la prima cosa che salta subito all’orecchio è la percezione di una
band comunque rodata, che seppur proponga il primo lavoro in assoluto, non
sembra proprio formata da neofiti della materia, donando al dischetto una patina
di professionalità molto soddisfacente. Andando a vertere sul discorso
prettamente musicale, i Nexus ci danno in pasto quattro brani che ruotano
tutti attorno ad un filone ben preciso, ovvero la comunione di atmosfere
futuristiche e cibernetiche con momenti meno esasperati in grado non solo di
alleggerire con buonissime melodie il tutto, ma anche di esaltare a dovere i
frangenti (preponderanti) in cui i nostri riescono ad elevare un muro sonoro
tanto granitico quanto dinamico.
Benché lo schema concettuale delle canzoni accomuni un po’ le tracce
presenti, i mezzi attraverso i quali questo viene espresso sono tutt’altro che
ripetitivi, in cui giocano un ruolo fondamentale le chitarre della coppia
Giulio Di Gregorio/Simone Campione e gli inserti di tastiera e synth
(curati dagli stessi Di Gregorio e Campione). Due elementi che
concorrono a donare ai brani una carica non indifferente e un’atmosfera
industriale e futuristica che difficilmente non colpiranno gli ascoltatori. A
onor del vero bisogna dire che, prese singolarmente, le ritmiche squadrate di
Shameless richiamano a gran voce i maestri del genere, senza però
risultare stucchevoli una volta inserite nel contesto del brano e integrate con
gli arrangiamenti elettronici, incisivi ma mai invadenti, e con le prestazioni
vocali e batteristiche di Mario Giacalone e Claudio Diprima.
Quattro brani in cui non cala mai il livello di attenzione e dove la qualità
generale del lavoro viene impreziosita da soluzioni sempre vincenti, come il
chorus dell’opener Wake Up!, le tastiere di My Shameful o i toni
chiaro/scuri di The Shelter, forse il brano migliore del lotto, che
racchiude meglio le due anime, industrial e melodica, della band siciliana.
Un disco molto buono quindi, che spero venga supportato da un seguito
altrettanto (se non più) proficuo. Ma come si dice…se il buon giorno si vede
dal mattino, c’è da solo da attendersi il meglio da parte dei Nexus.
Stefano Risso
Tracklist:
- Wake Up!
- My Shameful
- The Shelter
- Little Children