Recensione: Sharpshooter (reissue)
Per festeggiare il ventesimo anno di attività la leggendaria label belga Mausoleum records ha avuto la felice idea di ristampare parte del suo catalogo ed organizzare il nel Maggio 2002 una serata-evento in compagnia di Killer, Crossfire ed Ostrogoth ed altri personaggi che hanno lavorato con questa storica casa discografica indipendente.
Perché, dunque, non cogliere l’occasione di rispolverare gioielli di heavy metal europeo del passato?
Quest’oggi richiamiamo alla memoria i Crossfire appunto, uno dei gruppi di punta della Mausoleum verso la metà degli anni ottanta. Come un po’ tutti i gruppi europei del periodo, la band di Marc Van Caelemberge e soci era fortemente ispirata dai gloriosi giorni della New Wave of British Heavy Metal ed -al tempo stesso- ricca di una buona personalità che la rendeva unica.
Ci riferiamo ad anni in cui a seconda di “come suonava” un gruppo, era possibile riconoscerne la nazionalità; anni in cui le nuove leve cercavano in tutti i modi di farsi sentire ed emergere affrontando molti ostacoli; anni in cui lasciavano il segno per lo più i gruppi veramente validi, tramite una “selezione naturale” tanto spietata quanto efficiente; anni insomma, per così dire, diversi da quelli attuali.
I Crossfire sono figli del loro periodo, e si vede: furono uno dei pochi gruppi non eccezionalmente famosi a poter vantare una pregevole discografia prodotta in pochi anni, un’intensissima attività live e, ricordiamo, un lungo tour nei clubs della Gran Bretagna (cosa non da poco, vista l’ostilità verso le proposte estere nutrita dai metal kids britannici e soprattutto dall’allora autorevole Kerrang!).
Ricollegandoci a quanto appena detto, subito dopo aver pubblicato l’lp “Second Attack” i nostri si imbarcarono in un lungo tour attraverso l’Europa occidentale, toccando in un secondo tempo l’isola di Albione. Per colmare questo periodo di silenzio forzato, i Crossfire decisero bene di pubblicare un album contente brani sino ad allora inediti e registrazioni dal vivo; insomma, una vera e propria ghiottoneria per ogni fan della band.
Con sole sei tracce, Peter de Wint e soci ci infliggono un’elettrizzante scarica di irresistibile furia metallica: si parte alla grande con la detonante (è proprio il caso di dirlo) “Break Out“. Subito fa capolino lo squisito guitarwork di quell’eccezionale axeman che è Van Caelemberge: un riffing dinamico, mai scontato, tagliente e melodico esplode in un assalto di artiglieria pesante guidata dall’acuto screaming, graffiante ed emozionante, del mitico Peter de Wint, ottimamente seguito dalla terremotante sezione ritmica ad opera di Patrick Van Londerzele al basso e Chris De Brauwer dietro le pelli.
L’originalità e l’imprevedibilità sono alla base di certi gruppi, compresi i Crossfire. In questo lp non c’è un brano simile all’altro. Dunque, con un’irruenza metallica tipicamente priestiana, una dinamicità propria dei Saxon e la potenza d’impatto dei mitici gruppi NWOBHM (Samurai, Savage, Blitzkrieg, ecc?), i nostri amici tirano fuori altri brani eccezionali oltre alla suddetta opener.
Si fa strada l’incedere cadenzato e pesante della successiva “Killer Queen“, dando inizio ad un pezzo granitico dominato dal superbo duello chitarristico tra Marc Van Caelemberge/Rudy Van de Sype e dalla strepitosa prova canora di Peter De Wint qui eccezionale per l’interpretazione.
Ancora più cadenzata e diretta è la killer track “Metal Knifes“, mid-tempo che macina riffs priestiani a go go che si fondono (nel vero senso della parola) con il lavoro dei martellanti Van Londerzele/ De Brauwer e le perenni sferzate vocali di De Wint.
Con la dedica “this one is for all the bikers on the road!!” ha inizio la prima delle live tracks qui contenute: “Motorcycles” è una vera e propria killer song, grandiosa da studio, irresistibile dal vivo (soprattutto nel chrous). Segue a ruota libera l’omonima “Crossfire“, vero e proprio anthem della band. Presentandola, Peter de Wint tira fuori una vocina stanca ed affaticata, per poi sparare subito dopo delle screams allucinanti che incendiano il pubblico e fanno partire i colpi d’ascia dell’affiatato duo Marc Van Caelemberge/Jacky D’Hont. Questo brano ci regala ben sei minuti di furiosi headbangs da trauma cranico critico!! Una vera e propria bomba di HM tradizionale suonato con i contro?!!
Chiude in bellezza la stupenda “Sound of War“: i Crossfire sono sempre loro, anche qui forgiano un brano over the top dove è d’obbligo la lode all’altissima qualità del songwritting, all’energia sprigionata dai chitarristi e, l’immancabile, straordinaria interpretazione di Peter De Wint che qui le supera tutte con una grande prova di classe e potenza.
Nel corso degli anni la Mausoleum ha ripubblicato questo e tanti altri articoli del suo catalogo in diverse riedizioni, tuttavia non è assolutamente automatico trovare un album di questa label nel negozio sotto casa (in linea generale). La recente ristampa di completa con l’inserimento dell’album “Live Attack” sullo stesso cd.
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
1) Break Out
2) Killer Queen
3) Metal Knifes
4) Motorcycles
5) Crossfire
6) Sound of War