Recensione: Shatter
Già mente di band seminali quali Hellhammer e Celtic Frost, Thomas Gabriel Fischer è considerabile a pieno titolo (assieme a Quorthon e ai Venom) uno dei padri spirituali del black metal. E’ infatti grazie ai primi lavori di questo artista -con i due gruppi di cui sopra- che il genere è cresciuto e si è sviluppato, acquistando una certa fama nel corso degli anni.
I Triptykon rappresentano niente meno che la più naturale evoluzione degli Hellhammer e dei Celtic Frost. Fischer, aiutato da V. Santura (Dark Fortress e Celtic Frost), Vanja Sljah e Norma Lonhard (Fear My Thoughts), continua imperterrito il suo cammino nel metal estremo, riaffacciandosi sul mercato discografico con il nuovo ep “Shatter”. Proseguendo sulla strada già percorsa con lo splendido “Eparistera Daimones”, l’artista svizzero ci propone tre nuove canzoni più due brani live, per un totale di 27 minuti di musica.
L’apertura del lavoro viene demandata alla title-track, scelta per altro come singolo di lancio, nella quale emergono prepotentemente forti reminescenze doom. L’incedere lento e pesante del pezzo, unitamente ad un riffing scarno e volutamente ripetitivo evidenziano un mood decadente e negativo, che accompagna l’ascoltatore per tutto l’EP. Rispetto a quanto sentito sul precedente full-length, in questo caso la track è leggermente meno elaborata e di più facile assimilazione.
“I Am the Twilight”, pur muovendosi sulle stesse coordinate del precedente episodio, risulta molto più articolata e accattivante. Le atmosfere soffocanti permeano le melodie sulle quali poggia la malata voce di Fischer, che non sembra minimamente accusare gli effetti del tempo. Le chitarre diventano più incisive e la sezione ritmica si fa più potente. Il risultato finale è di assoluto pregio, tanto che la song non avrebbe sfigurato di certo nel primo disco del combo.
Con “Crucifixus” l’attenzione dei quattro si sposta invece verso lidi più sperimentali ed è per certi versi più vicina all’ambient che non al doom/black tipico dei Triptykon.
A chiudere troviamo invece i due live “Circle of the Tyrants” -estratta dallo storico “To Mega Therion”- e “Dethroned Emperor” che, pur non aggiungendo nulla musicalmente, dimostrano come il gruppo sia affiatato anche sul palco. La prestazione appare infatti pulita e convincente, scevra di pecche esecutive e molto buona per quanto riguarda l’aspetto emotivo.
Tra i pochi difetti attribuibili all’ep, quello che più si nota è il bassissimo minutaggio. A conti fatti, non considerando i due pezzi dal vivo, gli inediti sono solo tre per un minutaggio che non va oltre i 16 minuti e mezzo, ma considerando che si tratta di un ep, si può tranquillamente chiudere un occhio.
Pur non essendo un’uscita indispensabile, questo “Shatter” rappresenta comunque un prodotto gustoso per tutti i fan di Fischer, che ancora una volta non si risparmia e da vita a canzoni di indubbia qualità.
Buon ascolto.
Emanuele Calderone
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Tracklist:
01- Shatter
02- I Am the Twilight
03- Crucifixus
04- Circle of the Tyrants
05- Dethroned Emperor