Recensione: Shooting Star [EP]
Ricordate ai tempi che furono quelle uscite che, per mille motivi spesso insondabili, non riportavano nemmeno i nomi dei componenti di una band?
Shooting Star, il nuovo Ep degli heavy metaller di Dresda Acid Blade ricade (per modo di dire) nello stesso errore. Partendo dalla copertina, spartanissima e minimalista, a essere buoni, dalla quale non si capisce se il titolo del lavoro sia Shootingstar piuttosto che il corretto, spezzato, Shooting Star (lo si evince dalla costina, fortunatamente) è tutto un florilegio di reminiscenze legate al passato dell’heavy metal.
Il Cd, griffato Jawbreaker Records, si accompagna a un libretto essenziale di quattro pagine con tutti i testi e quattro foto in croce del gruppo, con poche note tecniche nell’ultima facciata. Ripeto: dei componenti la line-up nemmeno l’ombra.
Gli Acid Blade esistono dal 2019, presero forma come Angel Blade per poi cambiare moniker nel 2021. Al loro attivo hanno qualche demo e il full length Power Dive dell’anno scorso, disco uscito in musicassetta per la stessa Jawbreaker Records mentre il CD venne licenziato dalla messicana Personal Records.
Altra stranezza: ma con tutte le etichette “true” che esistono in Germania come mai si sono sempre accasati presso label estere?
Piccoli o grandi interrogativi che contribuiscono ad acuire il fascino di questi cinque teteschi di Cermania, attenzione, dell’ex Germania dell’Est, che rispondono ai nomi di Klay Mensana (voce), Alvin Goreman (chitarra), Luke Lethal (chitarra), Sci-Man (basso) e Jonny Astus (batteria), subentrato al precedente Eric Nukem.
Il look degli Acid Blade, poi, è spettacolarmente demodé: dal vivo non disdegnano di presentarsi in pantaloncini corti dagli improbabili colori, così come nelle foto in posa.
Chiaro che la curiosità per una band dalle simili caratteristiche non possa che crescere, in un’epoca ove sempre di più si fa attenzione a tutto quanto fa social (atteggiamento, immagine, dichiarazioni). Gli Acid Blade paiono viceversa vivere in un’altra epoca, più precisamente gli anni Ottanta.
E musicalmente lo confermano appieno: Shooting Star, la title track, è una sciabolata Nwobhm portante in seno la giusta dose di melodia, per lo scriba l’highlight del disco. L’amore per quel movimento irripetibile nato e sviluppatosi in Gran Bretagna si ripete lungo la traccia numero tre, Weeping Willow e sulla conclusiva Rise From The Grave, ulteriore testimonianza della devozione da parte di una giovane band nei confronti dei mammasantissima del genere.
Shooting Star costituisce un benefico tuffo nelle nebbie del passato dell’heavy metal, quelle che non passeranno mai e poi mai di moda.
Stefano “Steven Rich” Ricetti