Recensione: Shout At The Devil
In piena rinascita hard rock (dovuta in gran parte allla popolarità riscossa da decine di gruppi inglesi, quali Iron Maiden, Motorhead, Saxon etc…), il gruppo di ragazzacci di Los Angeles sforna un vero capolavoro di metal d’oltreoceano, anni luce distante dal precedente Too Fast For Love, che era carente di qualità audio e compositiva. In Shout At The Devil invece il gruppo si esprime al massimo (sopratutto il batterista Tommy Lee, forse la vera anima sonora dell’album), riuscendo come pochi ad equilibrare sonorità heavy a ritornelli orecchiabili e accattivanti. Ineguagliabile è il groove di un brano come Shout At The Devil, perfetto per dare inizio a quella che si rivela una vera apoteosi di watt e rock’n’roll. Segue Looks That Kill, autentica potenza in musica, che gira intorno ad una sezione ritmica ossessiva e irresistibile, di cui Sir Tommy Lee è l’indiscusso padrone. Trova posto anche la cover Helter Skelter (Beatles, The White Album, 1969), nota per aver ispirato le gesta folle di Charles Manson, preceduta dalla strumentale God Bless The Children The Beast scritta da Mick Mars. Ma il centro dell’intero lotto è dato dal trittico fenomenale composto dall’anthemica Too Young To Fall In Love, da Knock ‘Em Dead Kid e Ten Seconds To Love, volgare e oscena con i suoi doppi sensi a sfondo erotico (…pull my trigger, my gun is loaded with your love). Offuscate da tanto ben di dio rimangono invece Bastard e Red Hot, dimostrazione che il gruppo non ha perso le loro origini stradaiole… Chiude il tutto la stupenda e melodica (ma non troppo) Danger, che esibisce chiaramente che i Motley sono dei cattivacci intenzionati a conquistare il mondo (ma soprattutto la vetta delle charts). Uno dei dischi più cattivi del rock (almeno quello americano), se non uno dei più osceni e causa di diatribe future: il PMRC statunitense accuserà i Motley Crue, insieme agli W.A.S.P., di essere i maggiori responsabili della degenerazione della gioventù americana (accuse a cui il gruppo risponderà con ulteriori oscenità e provocazioni… Girls Girls Girls dice niente?). Scandali a parte, Shout At The Devil a vent’anni di distanza suona ancora potente come nel 1983 e rimane l’episodio migliore di una delle band più frastornanti della storia dell’hard rock.
By Emiliano Raw Power