Recensione: Sickening Bliss
Era ovvio che gli appassionati di grind e gore attendessero il ritorno dei
maggiori esponenti attuali del filone ‘voce fogna’ con ansia, specie dopo un
album gigantesco come Deviant, che però li aveva visti cambiare
un poco le coordinate rispetto ai predecessori. Era ovvio, anche se i loro
appetiti erano già stati in parte saziati dalle ottime opere di General
Surgery, Haemorrhage, Gadget e dei nuovi arrivati Coldworker,
presto su questi schermi.
I Regurgitate, mai nome fu più azzeccato nella storia della musica,
hanno quindi deciso di cambiare ancora. Non temete, l’impianto gore della loro
musica è intatto, così come la violenza sonora che da sempre contraddistingue
i loro riff pastosi: ma il suono si è fatto più definito, meno esasperato, con
accenni “evoluti” che solo 2 anni fa non avremmo potuto immaginare da
loro. Una produzione complessivamente più curata li lancia nell’olimpo delle
grind band che hanno saputo oltrepassare la dimensione oscura dell’underground,
quella giustamente appartenente ai banchetti di rarità nei mercatini
dell’usato, e che in questo ambiente trova la sua apoteosi; ma la Relapse ormai
è una label dai grossi nomi, sa come curare i propri gruppi e verso che
direzione indirizzarli, e forse i Regurgitate hanno saputo cogliere
qualche input proprio dall’etichetta.
Le conseguenze sono nei riff di chitarra, decisamente più articolati che in
passato (ma niente che vada a toccare lidi prettamente death metal, sia chiaro):
addirittura qualche breve assolo fa capolino qua e là, quasi a volerci
sfottere, ed il risultato è quello di dare maggiore spessore ad un repertorio
cui non ci si può che affezionare. L’ironia dell’artwork è quella che
troverete, nera e violenta, anche nella voce di Rikard Jansson, tornato
alla voce pitch-shiftata a tutti gli effetti dopo la parentesi screaming di Deviant
e degli split che lo avevano preceduto e seguito.
La batteria di Jocke Pettersson non si ferma, è un treno senza
controllo, ma sa anche trovare brevi pause di “riflessione” (e, di
nuovo, prendete questa parola con le pinze): excursus che rimandano in qualche
modo all’evoluzione subita dai Nasum prima della tragedia che li
costrinse allo scioglimento, con uno Shift che lasciava
intravedere i futuri sviluppi del filone derivato dai nonni Napalm Death;
ed a cui i Regurgitate, loro cari amici, ribattono portando oltre quanto
nato da Reek of Putrefaction dei bisnonni Carcass.
Se amate il grind nella sua forma più marcia, ma sapete apprezzare anche il
lavoro strumentale e di produzione, non potete che procurarvi questa fotografia
dell’estremo, il vero ed intelligente estremo, di fine 2006.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Bliss 00:35
2. Abducens Eminence 00:57
3. Euphoric State of Butchery 00:59
4. Cocoon of Filth 00:49
5. Putrid Serenity 01:44
6. Tenderizing the Malformed 01:36
7. Violent Necrophilic Climax 01:31
8. Cavernous Sores 01:24
9. Reborn in Latrinic Ecstasy 01:27
10. Bleed on Me 02:22
11. Gutrot Hogfrenzy 00:51
12. Undying Lust for Cadaverous Molestation 01:25
13. Battered with a Brick 01:12
14. Devoured by Ghouls 01:13
15. Addiction (an Unconditional Love for Blasphemous Perversions) 01:17
16. (We Are) Sadistic Hateful Scum 02:08
17. Worm Eater 01:35
18. Perish in Blood 01:18
19. Upheaval of Human Entrails 01:11
20. Bathed in Feculence 01:21
21. Bestial Sons of Devastation 01:18
22. Defile 01:50
23. Deterioration of Grated Genitals 01:20
24. Excremental Investment 00:43
25. Hacksaw Hysterectomy 00:55
[MP3]
26. Catatonic Possession 02:54