Recensione: Sign of the Winner
Se c’era un paese europeo in cui mancasse una band importante
metal questo era la Francia, ora la situazione è cambiata, ora
gli Heavenly sono i Re del Metal francese.
Per avere un’idea di ciò che sono in grado di fare questi ragazzi d’oltralpe
vi basti sapere che sono riusciti a mescolare cio che di meglio c’è nel
power metal odierno.
Immaginate di prendere la musica dei Gammaray, le
tastiere degli Stratovarius e a questo aggiungete un pizzico di Angra
e Rhapsody e avrete trovato la ricetta usata dagli Heavenly.
Tutto l’album è un concetrato di velocità e melodia, potenza e
orchestrale leggerezza, un mix di suoni travolgente che vi trascina con un ritmo
allegro e spedito. Brani di sicuro impatto sono sicuramente “Destiny“
e la title track “Sign of the Winner“, pezzi veloci e melodici
il primo molto simile allo stile Stratovarius mentre il secondo a quello Gammaray.
Poi ci sono pezzi più lenti (ma neanche troppo) come “The Angel“
e “Sandman“.
L’ultima canzone dell’album “Until the End” sembra proprio
una canzone dei Rhapsody.
Insomma, complimenti agli Heavenly, questi ragazzi sono riusciti a mescolare
ad hoc le parti migliori di alcune tra le band Power più famose, senza
però rinunciare ad un loro stile. Complimenti anche al cantante “Ben
Sotto” che riesce ad interpretare al meglio queste canzoni usando stili
vocali molto differenti tra loro.
In conclusione direi che si tratta di uno dei migliori album Power/Speed uscito
quest’anno e che vale sicuramente molti ascolti.
Tracklist:
1. Break The Silence
2. Destiny
3. Sign Of The Winner
4. The World Will Be Better
5. Condemned To Die
6. The Angel
7. Still Believe
8. The Sandman
9. Words Of Change
10. Until The End
Written by Enkidu, The Wildman