Recensione: Signals on Swells
Non passa inosservato questo ‘Signals of Swells’ degli Expellow, autoprodotto e disponibile dal 12 ottobre 2024. È il terzo album per questa durissima band proveniente dalla Svizzera e segue, a distanza di sei anni, il precedente Full-Length dal titolo ‘We Held The Line’.
Nel periodo intercorso la loro storia ha subito un’importante interruzione causata, prima dall’arruolamento volontario nell’esercito della Vocalist Mik Dean, che gli ha impedito di lasciare la sua base per mesi, poi dall’estenuante pandemia di coronavirus che sembra ormai un lontano ricordo. Concerti cancellati e lavoro in studio praticamente impossibile hanno fatto cadere la band in uno stato di crisi dalla quale è riuscita a risollevarsi man mano che il mondo ha ricominciato a ruotare con regolarità.
Il resto del tempo è stato utilizzato per scrivere, produrre ed incidere questo nuovo album, il cui risultato ci permette di dire che gli Expellow sono tornati alla grande e più forti che mai.
La band suona, essenzialmente, un Metalcore “classico” (tra virgolette perché, questo genere, di classico non ha proprio nulla): una fusione di Hardcore e Groove Metal (che a sua volta prende ispirazione dal Thrash e dal Death) che genera strofe aggressive, ritornelli melodici e potenti breakdown … e fin qui siamo in concorrenza con Wikipedia!
È “l’essenzialmente” il punto forte, perché in questo nuovo album la band vuole andare oltre, approfittando soprattutto della versatilità vocale di Mik, che in questi sei anni deve aver lavorato veramente sodo.
Così, esce a tratti dalle proprie convenzioni per esplorare altri sentieri ed affiancando a pezzi schiettamente Metalcore altri che inglobano elementi più orecchiabili (la “commerciale” ‘Moving Mountains’), ma anche più malvagi (‘Gallows’ e la sua ritmica Black) o ribelli (l’arrabbiatissima ‘Heartline’), riuscendo comunque a non snaturare le loro radici estreme e battagliere.
Ed è appunto la voce versatile e teatrale di Mik a consentire questo, con una buona gamma che va dalla ruvidezza caustica delle aggressioni più forti alla rabbia tenace che esprime quando è presa da una sconfortante disperazione, fino ad una qual certa sensualità durante le sezioni più melodiche. Voce che viene ulteriormente evidenziata da contro canti maschili e da una montagna di cori sovversivi e che, inoltre, per ottenere il massimo risultato, è stata incisa presso i Mammoth Audio Engineering Studios di Zurigo, al contrario del resto dell’album che è stato registrato con il sistema del “fai da te”.
Il “resto” sono linee di chitarra inquietanti è tanta ritmica: densa, granitica, sostenuta quanto l’andatura di un carro armato con tanto di blast beat ed andature Punk e poi elementi che cercano di portare fuori, di rendere lo scorrere del disco imprevedibile: un riff triste che esplode in ‘Mayfly Lives’, l’atmosfera nebulosa ed onirica di 30 secondi della già citata ‘Moving Mountains’, la foschia diabolica della strumentale ‘Event Horizon’, l’arpeggio della conclusiva ‘Sail On’ …
Concludendo: ‘Signals of Swells’ è un disco completo, profondo (la band affronta temi politici e sociali) e dal gran tiro che mette in evidenza una band solida ed in gran forma. Sei anni tra una produzione e l’altra sono troppi (anche se giustificati), con la montagna di album che escono ogni anno il rischio di finire nel dimenticatoio è alto. Gli Expellow superano l’ostacolo producendo un lavoro di alta qualità. Ora aspettiamo il prossimo, augurando loro di continuare a correre senza subire ulteriori interruzioni.