Recensione: Silent Ruins
La prima e attesissima uscita (a parere di chi scrive) di questo 2009 arriva dalla Svezia, madre patria del melodeath, del prog rock (sopratutto negli ultimi
tempi) e anche del doom metal nella sua forma più classica, gelida e raffinata.
Aspettando l’uscita di Death Magic Doom dei maestri
Candlemass e del nuovo capitolo targato Krux (side-project dello
stesso Leif Edling), tocca agli Isole tornare sul mercato a soli dodici
mesi di distanza dalla release del colosso
Bliss Of
Solitude (vera e propria sorpresa dell’anno 2008), e lo fanno con
Silent Ruins, album che, come vedremo, risulta essere una summa di
tutta la carriera del combo di Gävle.
Era piuttosto difficile fare di meglio dopo un disco delle dimensioni di
quello precedente, e allora gli Isole hanno deciso di non ripetersi,
pensando piuttosto a rimescolare nuovamente le carte. Anche se, in effetti, non
si tratta di una ulteriore evoluzione, ma piuttosto di un leggero ritorno al
passato. E allora, come suona Silent Ruins? Il sound racchiuso al
suo interno è semplicemente una miscela di tutti i lavori precedenti: c’è
l’immediatezza di Forevermore, le melodie “catchy” di Throne Of
Void, più la pesantezza e l’epicità oscura di Bliss Of Solitude.
A guidare la band, come al solito, troviamo la voce di Daniel Bryntse ora
più melodica ed evocativa, ora su tonalità basse ed ossessive, accompagnato dal
riffing semplice ed efficace della chitarra di Crister Olsson; il tutto
sorretto da una produzione moderna, di ottima fattura e ancora più curata
rispetto a quella adottata per il disco precedente.
Si inizia con From The Dark, mazzata terrificante di oltre dieci
minuti, caratterizzata da ritmiche più sostenute e cori magniloquenti dal netto
sapore epico per quanto riguarda la prima parte, per poi lasciare spazio ad una
seconda sezione più rallentata e riflessiva, in cui a farla da padrona ci sono i
lugubri inserti di organo, i quali vanno a mescolarsi in un tutt’uno con i
delicati arpeggi in clean delle chitarre. Le successive Forlon e
Nightfall si aggiudicano a pari merito il ruolo di highlight
assoluto il disco; entrambe le tracce possono essere considerate come al di
fuori dai classici schemi della band, sopratutto per quanto riguarda il riffing
più heavy-oriented, mentre sono accomunate da quell’alone di oscurità e
depressione che aleggia minaccioso su tutti i pezzi presenti nel disco. Se la
seguente Hollow Shrine continua a seguire la scia tracciata dalle
precedenti, con vari cambi di tempo e di umore che si alternano continuamente al
suo interno, Soulscarred è caratterizzata dagli arpeggi delicati
delle chitarre che guidano il cantato malinconico e quasi sofferto di Daniel.
Ancora più cupe, invece, sono le atmosfere che vengono ricreate all’interno di
Peccatum: brano decisamente lontano dai classici stilemi del combo
svedese, dove vengono messi a tacere tutti gli strumenti per lasciare spazio
solo ed esclusivamente alla voce di Bryntse, accompagnata da un delicato
tappeto sonoro composto da suoni di piano forte e chitarre acustiche. A chiudere
il disco ci pensa Dark Clouds, secondo brano più lungo del lavoro
insieme all’opener, ma comunque di facile assimilazione, grazie sopratutto ad
una base ritmica non troppo monotona e alle onnipresenti aperture sinfoniche
degli accompagnamenti di tastiera.
Insomma, gli Isole, anche per questa volta, sono riusciti a centrare
in pieno il bersaglio. La forza di Silent Ruins sta sopratutto in
un sound divenuto più robusto, diretto e, a dirla tutta, anche più semplice e di
facile assimilazione, grazie al costante utilizzo dei cori epici e
della melodia. Inutile parlare di consacrazione definitiva, la band di Gävle è
ormai da tempo entrata nell’olimpo degli dei del doom metal europeo, ma ciò non
toglie che questa release serva a confermare quello che è l’ottimo stato di
salute del gruppo, il quale ormai non ha più nulla da invidiare a quelli che sono i
lavori dei grandi maestri del genere.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 From The Dark
02 Forlon
03 Nightfall
04 Hollow Shrine
05 Soulscarred
06 Peccatum
07 Dark Clouds