Recensione: Silent Scream
Rustless è la creatura di tre musicisti che costituiscono dei pilastri inamovibili dell’HM italico. C’era un tempo, infatti, nel quale il chitarrista Steve Tessarin, il batterista Lio Mascheroni e il tastierista Ruggero Zanolini, sotto il moniker di Vanadium, infiammavano il suolo dello Stivale con il loro Hard Rock dalle venature settantiane, a suon di concerti e dischi credibili. La compagine si completava con il cantante Pino Scotto e il bassista Mimmo Prantera. Questa vicenda metallica finì qualche tempo dopo l’uscita del disco Seventheaven (1989), ebbe un ritorno di fiamma con risultati altalenanti nel 1995 per poi chiudersi definitivamente, ma questa è senz’altro un’altra storia.
Tornando a oggi, Silent Scream costituisce il secondo full length del trio di cui sopra e segue di due anni l’esordio intitolato Start From The Past. Rispetto al 2008 molte cose sono cambiate in casa Rustless, a partire dai cambi di line-up, che vedono ora al basso Daniela Marelli e alla voce il solo Roberto Zari. Il disco si propone in una elegante confezione digipak a tre ante, una copertina al di fuori dei soliti cliché e un booklet di sedici pagine completo di tutti i testi, con delle azzeccate foto abbinate alle varie canzoni.
Apertura in pompa magna attraverso i primi momenti acustici di Hold On, poi il vecchio – e mai sopito – spirito Hard Rock al Vanadio guida i Nostri verso la luce, fra le sferzate di chitarra cariche di classe marchiate Tessarin e un ispirato Roberto Zari, padrone assoluto della scena. Senza tempo i suoni forniti dalle tastiere di Zanolini, ben intrecciati con i riff forgiati da Steve. Silent Scream, date queste premesse, si annuncia album di stacco, rispetto al precedente Start From The Past. Don’t Fear Evil scorre su territori classici di matrice inglese anni Settanta come ben evidenziato dalla prova di Ruggero, mentre Never Alone, dall’intro arabeggiante, si ritaglia il proprio posto al sole in virtù dei cori insistiti sul titolo del pezzo.
La title track è una canzone in crescendo che apre alla melodia e si regge su di un songwriting adulto con i contro-attributi che non può non lasciare il segno. Last Goodbye, come arguibile dal titolo, mesce malinconia e soavità, fino a che le note irreprensibili della chitarra di Tessarin ne spezzano l’incantesimo, trasformando la composizione in un eccellente esempio di Hard arioso, dalle potenzialità assolute.
Somewhere Everyday è l’episodio “easy” di Silent Scream, Weird Game si muove a cavallo fra vari generi e sfaccettature senza impressionare più di tanto, poi l’anima Rock’N’Roll si impossessa totalmente dei Rustless consegnando ai posteri i quattro minuti scarsi di Show Me The Way. Le note ipnotiche di Falling From The Moon riportano a orizzonti musicali celesti che i Nostri attraversano con la piena consapevolezza degli ‘anta’ senza per questo essere fuori tempo massimo, bensì confermando che la buona musica non conosce né tempo né scadenza. Per chi scrive l’highlight del disco, senza dubbio. Steve Tessarin non si scopre certo oggi e la strumentale This Is Me è solo l’ultimo classico, magico tassello di una vita passata a cesellare riff Hard’N’Heavy per la gioia propria e degli ascoltatori.
Chiudono Silent Scream due cavalli di battaglia dei Vanadium: Fire Trails e Don’t Be Looking Back in versione acustica, dedicata a Mino e Gegè Reitano, primo produttore dei Vanadium. Se strumentalmente niente si può eccepire, qualche riserva nasce riguardo l’interpretazione di Roberto Zari: stridente e al limite del fuori contesto nonostante entrambi i pezzi vengano suonati con arrangiamenti differenti dagli originali. D’altro canto si tratta di monumenti dell’Italian Way of Metal, incisi nel granito della storia della musica dura tricolore e qualsiasi interpretazione successiva non può che risultare, inevitabilmente, di difficilissima assimilazione e accettazione.
Silent Scream segna un netto cambio di passo nei confronti del predecessore Start From The Past, la proposta dei Rustless suona ora consapevole, ma soprattutto naturale e senza forzature di sorta, oltre che volutamente innervata dall’uso di strumenti vintage. Inquadrare la Loro musica all’interno dei rigidi paletti di un solo genere risulta atto di lesa maestà nei confronti dei Nostri. Il quintetto lombardo lascia scorrere in libertà il proprio amore per il Rock duro in generale, quello che non morirà mai e che accompagnerà per sempre la vita dei veri appassionati senza paraocchi.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Hold on
2. Don’t Fear Evil
3. Never Alone
4. Silent Scream
5. Last Goodbye
6. Somewhere Everyday
7. Weird Game
8. Show me the Way
9. Falling from the Moon
10. This is Me (Steve’s instrumental)
11. Fire Trails
12. Don’t be Looking Back (acoustic version)
Line-up:
Steve Tessarin – guitar
Ruggero Zanolini – keyboards
Lio Mascheroni – drums
Roberto Zari – vocals
Daniela Marelli – bass