Recensione: Skandinavisk Misantropi

Di Angelo D'Acunto - 26 Novembre 2009 - 0:00
Skandinavisk Misantropi
Band: Skitliv
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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73

Ci hanno messo ben quattro anni per dare alla luce il primo full-length, gli Skitliv, progetto nato dalle menti (malate) di Maniac e Kvarforth, personaggi che non hanno certo bisogno di presentazioni. Dopo un demo datato 2007, seguito subito dai due EP Kristiansen And Kvarforth Swim In The Sea Of Equilibrium While Waiting (anch’esso pubblicato nello stesso anno) e Amfetamin (2008) arriva sul mercato Skandinavisk Misantropi, disco d’esordio edito dalla Season Of Mist e che, come vedremo, contiene al suo interno del materiale non così facile d’assimilare nell’immediato.

Il biglietto da visita di Skandinavisk Misantropi, infatti, è tutt’altro che incoraggiante: già un’intro di cinque minuti farebbe storcere il naso anche al masochista più incallito, se poi ci aggiungiamo che la successiva Slow Pain Coming è a tutti gli effetti una lunga e dolorosa marcia fra atmosfere gelide e al limite dell’opprimente, ricreate da pochi ed essenziali accordi di chitarra dove, attenzione, qualunque tipo di emozione (anche negativa) è quasi del tutto assente, allora possiamo già dire che questo primogenito degli Skitliv sarà un disco per pochi. Il sound che caratterizza i sette brani (più intro) a disposizione è un black/doom estremo su più fronti, a partire dalla lentezza quasi esasperante (escluse alcune accelerazioni improvvise), passando per delle partiture al limite del minimale e fino ad arrivare alle parti vocali di Maniac strazianti e marce all’inverosimile.
La già citata opener Slow Pain Coming rappresenta forse l’ostacolo più impervio da superare, non tanto per gli appassionati (o masochisti?) del genere, ma sicuramente una vera e propria prova di resistenza per chi non ha così tanta confidenza con il genere in questione, il quale si troverà da subito immerso in un vortice di oscurità perenne, dove un qualsivoglia accenno melodico risulta essere quasi del tutto assente. A farsi notare, più che altro, è infatti una lunga serie di dissonanze che caratterizzano le partiture dei brani a disposizione, atte soprattutto a torturare come si deve l’orecchio dell’ascoltatore. Resta comunque il fatto che il disco, dopo qualche giro nel lettore, appare tutt’altro che privo di senso o addirittura monotono, grazie anche ad una buona varietà di sfumature capaci di emergere lentamente ascolto dopo ascolto. Ne sono un esempio i richiami al doom di fattura più classica che scaturiscono fuori dai riff di chitarra ossessivi della monolitica Hollow Devotion, gli accenni di post-rock che fanno capolino fra le perversioni sonore di TowardsThe Shores Of Loss (Vulture Face Kain) e A Valley Below, o le nette deviazioni verso il black primordiale della più violenta Densetsu.

Insomma, non facilissimo da assimilare con pochi e distratti ascolti, ma non per questo privo di fascino o poco convincente, al contrario invece, le composizioni racchiuse all’interno di Skandinavisk Misantropi si attestano su livelli qualitativi più che buoni. Questo primo lavoro degli Skitliv è un disco che fatica sì ad essere immediato (è anche questo il suo obiettivo, in fondo), ma è anche capace di rivelare la sua vera natura a chi avrà il coraggio e la pazienza di ascoltarlo con una certa dose di attenzione, senza farsi intimorire dalla lenta e straziante pesantezza che ne caratterizza le partiture.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Luciferon (Intro)
02 Slow Pain Coming
03 Hollow Devotion
04 Skandinavisk Misantropi
05 Towards the Shores Of Loss (Vulture Face Kain)
06 A Valley Below
07 Densetsu
08 ScumDrug

Line Up:

Maniac: vocals, guitars
Kvarforth: guitars and backing vocals
Ingvar: guitars
Tore Moren: bass
Dag Otto: drums

Gaahl: additional vocals on Hollow Devotion
David Tibet: additional vocals on Towards The Shores Of Loss (Vulture Face Kain)
Truls Haugen: drums on Densetsu
Attila Csihar: additional vocals on ScumDrug
Honey Lucius: main grand piano on ScumDrug

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