Recensione: Skjend Hans Lik
Rieccoci a parlare di uno dei gruppi più discussi degli ultimi anni. Ancora una volta la disputa potrebbe consumarsi sul loro “essersi venduti” o meno; ma in questo caso il gruppo ci semplifica notevolmente le cose. Il punto di dibattito è infatti molto più essenziale: questo Skjend Hans Lik serve a qualcuno o no? Per rispondere basta un breve elenco dei contenuti.
Si parte con la title-track, che avevamo già avuto modo di ascoltare remixata in modo diverso su Defending The Throne Of Evil. E le differenza non si sentono, o almeno non giustificano una pubblicazione separata. Si procede con l’inedita “Humiliation Chant“, che, lungi dall’essere una vera e propria canzone, assomiglia più ad uno di quegli intermezzi perversi a cui il gruppo ci ha abituato. Per poi passare a “Spill The Blood Of The Lamb” in versione raw; ancora una volta mi chiedo, a che pro?
La versione live di “Martyr / Sacrificulum” alza un po’ le sorti del lavoro, proponendoci uno stralcio dal vivo dei Carpathian Forest più che gradevole. Rispetto alle live-tracks pubblicate sull’Ep di qualche anno fa la qualità è migliore, ma una solta traccia non fa che stuzzicare la curiosità; tra l’altro, da quanto mi risulta, la fonte è un bootleg la cui reperibilità non è neanche così bassa.
La ristampa del demo Bloodlust And Perversion diventa a questo punto l’unico vero motivo di potenziale interesse; ricordo come anche questo sia stato ristampato nel ’97 dalla nostrana Avantgarde, ma tale ristampa è da tempo sold-out.
Trascurabile infine il video di “Carpathian Forest“, brano che non manca mai nei loro show. Purtroppo l’assemblaggio delle immagini è fatto in maniera pressapochista, e la selezione delle stesse lascia a desiderare. Vale il discorso fatto per tutto il resto dell’Ep: pare di assistere ad un aggregato di curiosità (che poi così curiose non sono), il che sa molto di riempitivo.
Che la Season Of Mist avrebbe marciato sul gruppo era facilmente prevedibile. Spero tuttavia di non trovarmi nel futuro di fronte ad altre operazioni simili. L’Ep può essere parzialmente intrigante per chi ancora non conosca del tutto la band (anche se personalmente partirei da altri ascolti) o per chi debba colmare l’eventuale lacuna del demo. Chi invece conosce già abbondantemente la discografia del gruppo può rivolgersi altrove, salvo per esigenze collezionistiche.
Matteo Bovio