Recensione: Skygazer

Di Vito Ruta - 1 Agosto 2021 - 21:16
Skygazer
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2021
Nazione:
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74

Ritorno dei Resurrection Kings, composti da Craig Goldy alle chitarre, Chas West alla voce e Vinnie, il minore, ma non meno letale, dei fratelli Appice, alla batteria, i quali, dopo l’omonimo album d’esordio del 2016, presentano “Skygazer”.

L’idea di mettere su il gruppo nasce dall’incontro tra Goldy che, in passato, è stato parte di realtà di primo piano della scena musicale hard/heavy militando nei Giuffria e nei Dio, e Chas West, che ha prestato le proprie doti canore ai Jason Bonham Band, Foreigner, Tribe Of Gypsies, oltre che alla propria band West Bound.

I due, mentre lavorano ad alcuni demos, si accorgono del buon feeling creatosi, impressione confermata dalla casa discografica Frontiers che, come al solito, mossa da grande fiuto, intravede la possibilità di ampliare la propria scuderia con una superband nuova di zecca e suggerisce, per completare la line up, di coinvolgere un tale di nome Vinnie Appice, già batterista di Dio, Black Sabbath e Last In Line.
Date le premesse, “Skygazer”, imperniato sull’indiscutibile talento di Goldy e sulla scia dell’opera prima (con Alessandro Del Vecchio a bissare la produzione, nonché a fornire il proprio valido contributo al basso e alle tastiere) non poteva non offrire un set di pezzi potenti e dai chorus ammiccanti.

Apre l’album la titletrack “Skygazer” che accosta ad un riff pesante e tagliente un chorus orecchiabile, con un buon lavoro alla chitarra di Goldy, che mantiene uno standard alto in tutto il lavoro.
World’s on fire” presenta sonorità un tantino più easy e, accelerando il ritmo, consente alla batteria di Vinnie di dare prova di tutta la sua potenza e velocità.
La gustosa “Tears” offre, anche grazie all’interpretazione di West, reminiscenze Whitesneake.
Fight Against Our Pride” è un pezzo onesto ed essenziale ispirato alle sonorità dei Dio.
È con “Angry Demons” che le cose iniziano a farsi davvero interessanti. Mid-tempo d’atmosfera, riff epico, ispirato e caldo, che spinge West a lasciare il troppo abusato vibrato e a dare qualcosa in più, facendo venir fuori, al contempo, le abilità di Vinnie, che si produce in più di un numero.
La melodica “Savior of Souls”, con riff e chorus coinvolgenti, non dispiace assolutamente.
Accompagnata solo dalle note di un piano la voce di West introduce la ballad di turno intitolata “Don’t Blame Our Love” che lascia da subito il ritornello in testa, ma che si rivela, ai successivi ascolti, un filo pomposa.
Con “Is the end” si riparte alla grande. Riff pesante, atmosfere di prossima apocalisse, sapientemente alleggerite da un chorus melodico e articolato.
Troubled Soul” è un altro sostanzioso pezzo hard rock di ispirazione Whitesnake che fa il paio con la successiva “Set Me On Fire”.
Calling All Angels” rappresenta l’azzeccatissima chiusura del lavoro con spunti AOR e un chorus stupendo.

Nel complesso “Skygazer” è un album omogeneo e granitico e, sebbene non faccia dell’originalità la propria punta di diamante, dimostra che i nostri “Re” sanno efficacemente riportare in vita, in più di un episodio, le amate atmosfere e sonorità ottantiane che hanno segnato indelebilmente i gusti di chi al genere hard/heavy si è accostato nel periodo d’oro.

 

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