Recensione: Slaughter in Japan – Live 2003

Di Alberto Fittarelli - 17 Febbraio 2004 - 0:00
Slaughter in Japan – Live 2003
Band: Terror 2000
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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51

Se devo dire la verità fino in fondo, non posso certo dichiararmi un grande estimatore dei Terror 2000: conosco la band sin dal debut “Slaughterhouse Supremacy”, ma li ho sempre considerati un divertissemént di due musicisti già ben affermati con le rispettive bands madri (‘Speed’ Strid dei Soilwork e Klas Ideberg dei Darkane), un voluto ritorno alle origini del thrash, quello più d’impatto, se vogliamo grezzo per certi versi, proveniente dalla Germania. Insomma, per farla breve, dei Kreator modernizzati.

Il punto è: ok, non se ne sentiva forse granchè il bisogno, ma almeno questa band propone qualcosa di buono? Certo, se consideriamo i due full-lenght album pubblicati su Scarlet: si il citato debut che il seguente “Faster Disaster” ci fanno comunque ascoltare musicisti in forma e canzoni non imprescindibili ma godibili, con una vena tecnica che emerge particolarmente nel secondo disco. Solo che all’alba del 2004 (ma il disco è uscito lo scorso Dicembre) sembra un po’ prematuro, per una band così giovane discograficamente, registrare in fretta e furia un live da proporre al pubblico come ufficiale: questo perchè purtroppo la qualità della release è davvero scadente, per più di un verso.

Se infatti le canzoni sono quelle conosciute da molti, per un prodotto di questo tipo va considerato lo stato di salute del combo (che qui pare comunque non ai massimi livelli, quanto a precisione ed affiatamento) ma soprattutto la qualità sonora dell’album: e davvero è questo il tallone d’Achille di Slaughter in Japan. La registrazione è infatti del tutto amatoriale, addirittura scioccante per chi conosce le produzioni tipiche degli svedesi, e persino fastidiosa in certi dettagli: provate ad ascoltare la title-track del secondo album, Faster Disaster appunto, e ditemi se il feedback di chitarra che copre il pezzo dalla metà in poi (proseguendo anche sui ringraziamenti di Strid alla folla) non vi crea qualche problema all’udito ed all’umore. Per non parlare di un mixaggio orrendo, con chitarre bassissime, batteria fin troppo presente e voce che va e viene: praticamente un bootleg erroneamente autorizzato.

Se poi vogliamo ridurre il tutto alla qualità delle canzoni, beh, allora forse è meglio andare a riascoltarsi gli album di cui sopra, a meno che non vi interessi particolarmente sentire la band eseguire una delirante cover di (You’re The) Devil In Disguise, di nientemeno che Elvis Presley; buffa, simpatica, ma mi spiace: 15 o 16 euro non li vale.
Peccato, poteva essere una (forse affrettata) consacrazione per un gruppo che, al di là della sua effettiva importanza, riscuote a quanto pare molti consensi, ma si è rivelato un passo molto più lungo della gamba, da cui spero che i Terror 2000 si risollevino presto con un album finalmente memorabile.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Intro
2. Son of a Gun, Daughter of a Slaughter
3. Faster Disaster
4. Slaughterhouse Supremacy
5. Back With Attack
6. Menace Of Brutality
7. Firebolt
8. Burn-Out in Blood
9. (You’re The) Devil In Disguise
10. Terror 2000

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