Recensione: Slaughtered
Iniziamo con un consiglio per chi si trovasse in mano l’ultimo album in studio degli olandesi Severe Torture senza aver mai ascoltato nulla dei medesimi: non si faccia ingannare dalle apparenze. “Slaughtered”, il quinto full-length della serie, sia nell’artwork sia nei testi potrebbe essere confuso con le migliaia di proposte di grind porn-gore-ecc. che brulicano nel sottobosco ove si aggirano i degeneri, sadici figli del genere estremo per antonomasia. Le solite frattaglie a volontà e il sempiterno sangue a cascata non devono far fuorviare, per via della totale mancanza di originalità, da quella che, invece, si rivela (non inaspettatamente) un disco di puro death metal. Brutale sì, ma dannatamente cerebrale, immacolato nella forma mentis che rimanda ai primigeni canoni ideati dalle teste (malate?) dei pionieri vissuti dalla metà degli anni ottanta in poi.
“Sworn Vengeance” del 2007, il predecessore CD, aveva mostrato decisi spunti di progressione dal rozzo brutal degli inizi carriera che contraddistingueva i Nostri; brutal death metal a base di chitarre-zanzare, indecifrabili rantolii e … basta. Non che l’ugola marcia di Dennis Schreurs si sia trasformata in una fabbrica di cromature, però, giusto per discutere di lui, il suo growling s’è fatto maturo, deciso, coinvolgente; marcato da linee vocali non più piatte ma in grado di seguire i dislivelli strumentali. Dislivelli notevoli, anche, grazie al voluminoso e quasi virtuosistico lavoro di Patrick Boleij al basso. Vero punto di forza, a mio parere, del combo dei Paesi Bassi. In un genere in cui tale strumento è una semplice menzione sulla carta, oppure ripete scolasticamente ciò che fa/fanno la/le chitarra/e, Boleij forma il nucleo centrale del monumentale sound dell’insieme, ramificandosi all’esterno per aggiungersi all’imponente guitarwork. Marvin Vriesde e Thijs Van Laarhoven, difatti, macinano una quantità di riff tale da far impallidire chiunque, abbracciando tutte le possibili varianti in merito, sia per quanto riguarda la velocità, sia per quanto riguarda la varietà. Non allentando mai la morsa dovuta a un suono semplicemente devastante. Eccellente, per quanto si possa ascoltare, anche la prestazione di Seth Van De Loo. La batteria è prodotta infatti in modo un po’ fiacco, con ciò venendo affossata dal resto della mistura. I pattern tecnici e ipercinetici del drumming, fossero stati più rimarcati, avrebbero regalato ai Severe Torture un impatto pari a quello di una deflagrazione nucleare. Ma così non è stato. Questo difetto non inficia ovviamente la bontà generale dell’opera, ma senza dubbio ne rappresenta una lacuna di non secondaria importanza.
Detto questo, non rimane che focalizzare l’attenzione sullo stampo e sulle singole tracce di “Slaughtered”. Entrambe le caratteristiche superano abbondantemente la sufficienza, anzi. Lo stile, infatti, è maturo e indice di una personalità ormai ben definita e unica. Oserei quasi riferirmi all’old school, se non fosse che l’indiscutibile, forte dose di tecnica del quintetto consenta allo stesso d’inerpicarsi in arzigogolii degni del più raffinato technical death metal. La totale mancanza di melodia non penalizza, semmai fosse stato necessario sottolinearlo, il songwriting, anch’esso adulto. I brani – pur non essendo sostanzialmente innovativi – si susseguono mettendo a durissima prova la resistenza dell’ascoltatore, sia per quanto riguarda la durezza degli stessi, sia per quanto riguarda la loro complessità. Occorrono davvero tanti passaggi per digerire l’immane mole di note timbrate a fuoco nel platter. Bordate terribili come “Unholy Misconception” o “Incarnation Of Impurity” fanno male e lasciano il segno. Non che il resto sia da meno, poi, fra iperbarici rallentamenti, repentine accelerazioni, improvvisi cambi di tempo, guitarsolo laceranti; il tutto condito da un’atmosfera malsana che, in questo caso, tiene fede alle tematiche alla base dell’approccio dei ragazzi di Boxtel alla questione.
“Slaughtered” non può quindi assolutamente mancare nella discografia dei «cannibals fans» (e non solo), con ciò rilevando, anche, che i Severe Torture hanno finalmente preso definitivamente le distanze dai Maestri. Cioè dai Cannibal Corpse.
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Track-list:
1. Grave Condition 4:15
2. Unholy Misconception 3:39
3. Deride Jesus 3:43
4. Defective Fornication 2:53
5. Slaughtered 3:39
6. Feeding On Cadavers 4:31
7. Inferior Divinity 4:36
8. Incarnation Of Impurity 4:12
9. To Relieve The Mortal Flesh Of Pain 1:44
10. Swallowing Decay 4:33
Line-up:
Dennis Schreurs – Vocals
Marvin Vriesde – Lead Guitars
Thijs Van Laarhoven – Guitars
Patrick Boleij – Bass
Seth Van De Loo – Drums