Recensione: Sleeping in Traffic: Part I

Di Riccardo Angelini - 3 Settembre 2007 - 0:00
Sleeping in Traffic: Part I
Band: Beardfish
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2007
Nazione:
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78

Nel caso ce ne fosse bisogno, ecco una nuova conferma della fertilità della terra scandinava nell’ambito della cultura progressive rock. Finalmente giunti all’esordio su major col terzo album in sei anni, i non ancora celebri Beardfish riversano in questo “Sleeping in Traffic: Part I” tutto il loro amore per il prog anni ’70, dando prova inconfutabile della vitalità di un genere ancora lungi dall’estinguersi.

Bastano le prime note della sognante e visionaria “Sunrise” per rendere conto del talento del combo svedese, inequivocabilmente cresciuto alla corte del Re Cremisi. È indubbiamente alle figure di Fripp e soci che i Beardfish fanno riferimento con maggior frequenza, soprattutto per quanto riguarda le sezioni più pacate e inebrianti, ma a essere presa a modello è in fin dei conti tutta la scena dei seventies, con un (prevedibile) occhio di riguardo per Inghilterra e Italia. Accanto a espliciti richiami ai Genesis di Gabriel (“Dark Poet”), fanno capolino riferimenti ammiccanti al Canterbury sound dei Soft Machine, al vitale eclettismo di Zappa o all’estetica di raffinatezza del Banco. Così brani come la visionaria “The Ungodly Slob”, la rockeggiante “And Never Know” e la magnifica suite “Roulette” – senza dubbio il più abbagliante tra i punti di luce dell’album – mettono in mostra un ventaglio di influenze piacevolmente ampio e ben calibrato. Non mancano neppure sporadici cenni alla poetica blues dei Led Zeppelin, che può essere sorpresa a insinuarsi con cautela tra le note della malinconica “Without You”.

Non c’è in “Sleeping in Traffic” un’autentica ricerca del nuovo e dell’originale, quanto piuttosto una rielaborazione di modelli tradizionali secondo schemi eclettici, moderni, personali. I veterani del genere non faticheranno a ricostruire l’albero genealogico di ciascuno dei brani di questo album, ma non potranno che essere conquistati dalla semplice e spontanea bellezza di ogni singola canzone. Senza troppo indugiare sulla propria (peraltro invidiabile) caratura tecnica, i Beardfish puntano infatti con decisione sulla qualità delle composizioni, segnando punti su punti a ogni ripresa.

Non sono soltanto i capolavori a confermare la vitalità di un genere musicale: sono anche i dischi che, senza la pretesa di stravolgere un’epoca, sanno interpretare con classe e personalità la lezione dei maestri a costituire il retroterra fondamentale per infondere linfa nei rami più alti della pianta tutta. Dischi come “Sleeping in Traffic: Part I”, esemplare dimostrazione di come sia ancora possibile ravvivare la storica tradizione progressive senza suonare logori o stantii. Ora non resta che aspettare la parte seconda.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. On The Verge Of Sanity … (0:47)
2. Sunrise (7:54)
3. Afternoon Conversation (3:42)
4. And Never Know (5:59)
5. Roulette (12:07)
6. Dark Poet (3:24)
7. Harmony (7:20)
8. The Ungodly Slob (6:42)
9. Year Of The Knife (7:28)
10. Without You (2:39)
11. Same Old Song (7:51)

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