Recensione: Sleeping in Traffic: Part II

Di Riccardo Angelini - 9 Giugno 2008 - 0:00
Sleeping in Traffic: Part II
Band: Beardfish
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2008
Nazione:
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80

Li avevamo lasciati neanche un anno fa con uno “Sleeping in Traffic: Part I” totalmente immerso nel progressive anni settanta, che li aveva caricati di lodi e nuove aspettative. Li ritroviamo oggi con il secondo e ultimo capitolo della saga, e con gran soddisfazione possiamo affermare che le attese non sono affatto andate deluse. Anzi, nel breve tempo intercorso fra i due dischi i Beardfish sono ulteriormente cresciuti. Ridimensionato almeno in parte lo strapotere delle influenze crimsoniane, padrone sullo scorso album, la band ripiega sulla tradizione progressive della madrepatria svedese, dando forma a un sound vivace, arioso e decisamente più personale.

Intro, outro, cinque brani veri e propri e – udite udite – una mastodonatica suite da trentacinque (!) minuti sono il programma previsto dalla scheda del giorno. Il disegno potrebbe apparire fin troppo ambizioso, ma già dalle primisse battute il combo di Gävle dimostra di avere tutte le carte in regola per condurre l’opera al miglior esito. Aliene alla prolissità endemica di quella parte della scena scandinava figlia di certi Flower Kings, (relativamente) più inquadrate rispetto all’eclettismo senza confini dei Tangent di Andy Tillison, le composizioni coniugano lo spiccato talento melodico già emerso nei pregressi lavori della band con l’attitudine sperimentale tipica del sound settantiano, di cui i Beardfish restano a tutti gli effetti alfieri. Dopo un incipit pungente al punto giusto, con una “Into The Night” vitale e oscura al medesimo tempo, le sezioni strumentali cominciano a prendere poco a poco il sopravvento, rosicchiando le strofe sbarazzine di “The Hunter”, ravvivando l’incalzante rock della baldanzosa “South Of The Border” (la preferita del sottoscritto), fino a fare la parte del leone sulla giocosa “Cashflow” (intanto tra scherzi e lazzi chitarra e basso fanno numeri da circo). La qualità dei brani più brevi – al solito si fa per dire, visto che la durata media è prossima ai sette minuti – permette alla tracklist di non sbilanciarsi eccessivamente sulla chilometrica title-track, che pure inevitabilmente finisce per calamitare curiosità e attenzioni fin dalla prima presentazione.

Com’è lecito attendersi, la suite è un pezzo molto elaborato, certamente impegnativo da assimilare, straripante di influenze, ma altresì fluido e armonioso nel concatenarsi delle sue parti. Grazie ad alcune delle linee vocali più ispirate dell’intero disco, l’ascolto è avvincente fin dal primo assaggio e l’indice di gradimento continua a crescere senza ostacoli mano a mano che il disco ritorno nello stereo. L’impresa di portare alla vita un simile mastodonte musicale appare ancor più notevole se si considera la difficoltà di pensare una canzone che sappiare restare “canzone” su un arco temporale sì esteso, senza trasformarsi in un collage di brani palesemente appiccicati l’uno dietro l’altro a posteriori; impresa che può riuscire solo quando l’approccio alle composizioni è davvero spontaneo e naturale. Che altro aggiungere? Ah, già: il sound delle tastiere è semplicemente delizioso, capace di togliere le ragnatele alla classica tradizione prog e di farla risuonare più attuale che mai.

Se qualche mese fa potevamo dire che il primo capitolo di “Sleeping In Traffic” rappresentava un contributo non rivoluzionario ma senz’altro salutare per la scena progressive, con la seconda parte possiamo tranquillamente sbilanciarci e affermare che siamo di fronte a uno dei dischi più riusciti degli ultimi anni nel suo genere e che le due parti dell’opera nel loro complesso rappresentano un appuntamento da non mancare per ogni appassionato degno di questo nome. Intanto coloro che fino all’anno scorso non erano familiari con i Beardfish possono cominciare a mettere il loro nome in cima alle proprie priorità. Questi ragazzi non sono solo di passaggio, garantito.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. As The Sun Sets (1:13)
2. Into The Night (8:52)
3. The Hunter (5:57)
4. South Of The Border (7:43)
5. Cashflow (6:08)
6. The Downward Spiral/Chimay (7:10)
7. Sleeping In Traffic (35:44)
8. Sunrise Again (1:47)

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