Recensione: Slow Food
Momento particolarmente ispirato per l’artista elvetico che risponde al nome di Mark Sweeney; cantante dotato che si appresta a sondare il mercato discografico con un repertorio solista di tutto rispetto: Slow Food.
Dieci anni nei Crystal Ball (con i quali pubblicherà, a breve termine, un nuovo disco tramite MTM Music), produttore, co-produttore e background singer: queste le credenziali di un professionista che dimostra di saper camminare senza bisogno di aiuto; debuttando nel migliore dei modi.
Slow Food fa intravedere un percorso ben preciso, lontano dai clamori della sua band madre ma consequenziale nello stile di scrittura che si rifà ai grandi classici incisi dai sempre attuali Bryan Adams e Bon Jovi; puntando sulla dolcezza e sulla leggerezza delle sinfonie e sconfinando, poco per volta, nei territori di matrice rock. Certo, avremmo gradito qualche accelerazione in più.
I tredici episodi rilasciati sono di facile assimilazione, quasi mai ricercati ed elitari; le derivazioni del pop europeo sono evidenti e le strutture mai intricate o minimamente complicate.
Mark Sweeney, con l’aiuto dell’amico consolidato Michael Bormann in fase di scrittura, ha raggiunto quel livello che permette di scrivere canzoni di un certo spessore lirico senza dover ricorrere obbligatoriamente al singolo radiofonico; circostanza che oggi sembra sempre meno rilevante dopo il boom degli anni passati.
E proprio questa peculiarità consente, per esempio, di attribuire lo stesso livello d’importanza alla prima traccia, Singing For You e all’ultima, It’s About Time, senza perdere nulla a livello qualitativo che resta discreto e costante per tutta la durata del disco.
Tra i momenti più brillanti e riusciti segnaliamo il rock di Superman (anche se il ritornello ricorda troppo da vicino quello di Anytime, Anywhere dei cugini Gotthard) e Don’t Hold Back The Tears, altro pezzo dai lineamenti ruvidi e poco sdolcinati.
Slow Food è un bell’esempio di raffinato pop/rock dove ogni aspetto, dal songwriting alla produzione, è curato nei particolari a vantaggio di un buon appeal commerciale. Gli ingredienti del dolce, perché di dolce si tratta, fanno leva sulla gran voce di Mark, sempre in primo piano, e sulle sterminate aperture sinfoniche che rendono il disco appetibile per chi, come me, colloca il requisito “melodia” al centro di ogni disco. Avvicinatevi a Slow Food, non ci sono controindicazioni.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
1.Singing For You
2.What Is Wrong With This World
3.Superman
4.I’m Back
5.Don’t Hold Back The Tears
6.Might Be Love
7.The Reason
8.Heaven
9.Must Be Paradise
10.Toghether Forever
11.Now Or Never
12.Is It This?
13.It’s About Time