Recensione: Smalltown Brawlers
Così l’amico, nonché collega Fabio Magliano del magazine Metal Maniac ha definito Smalltown Brawlers dei Bad Bones: “…un disco da buttare giù tutto d’un fiato come un bicchiere di whisky ultra invecchiato, da assaporare come un calice di buon vino, e da vivere alla fine come una colossale sbronza”. Probabilmente gli ingredienti per raggiungere taluni tassi alcolici si devono ritrovare nella chimica che si scatena quando tre ben navigate anime metalliche, lasciato alle spalle un passato inoppugnabile – Steve Balocco (White Skull, Anthenora, Tour con Nicko McBrain, Broken Arrow), Lele Balocco (Endura, Mirsie) e Meku Borra (Anthenora) – , nella primavera del 2007 decidono di mettere in piedi una band di sano, sporchissimo e rumoroso Hard’n’Sleaze’n’Street’n’Roll.
Smalltown Brawlers in verità, esce esattamente un anno fa, privo di un’etichetta ufficiale. Nonostante questo riesce a sfondare quanto basta, tanto che i Bad Bones nel gennaio del 2008 suonano al mitico Whisky a Go Go di Los Angeles. Da lì la decisione di fare uscire il disco tramite un’etichetta vera, la Madhouse Music di Loro proprietà. A giugno si imbarcano in un Tour negli Usa che li porta a suonare ben ventidue date, fra le quali spiccano la replica al Whisky a Go Go, quelle al Derby e al Key Club sempre a Hollywood, Paladino’s a Tarzana, Rock City a Camarillo e Saddle Ranch alla Universal City. I cuneesi condividono il palco insieme con gente come Enuff’z’Enuff, Pretty Boy Floyd, Youth Brigade, NYHC Murphy’s Law e Chris Holmes (Wasp).
Dopo cotanto curriculum è lecito aspettarsi qualcosa di spumeggiante dagli undici brani di Smalltown Brawlers. Quello che emerge è una miscela ostinatamente Hard Rock sia nei suoni che nell’attitudine che stride con le prestazioni dal vivo dei Nostri: decisamente più heavy metal oriented. La cosa, però, non stupisce più di tanto, soprattutto in ambito italiano. Già accadde ai progenitori Miss Daisy, che fecero impallidire una leggenda come Lemmy Kilmister sulle assi dei palchi condivisi con i Motorhead mentre su disco non riuscirono a graffiare come ci si sarebbe aspettati.
Purtroppo è il destino delle band tricolori: prima di ottenere su Cd quello che si vuole bisogna farsi un nome e guadagnarsi sul campo la stima di produttori, ingegneri del suono ma soprattutto gli Euro necessari per evitare di incidere un intero album in un giorno solo. Tornando a Smalltown Brawlers, spicca l’opener Poser che pare scritta direttamente sull’asfalto dell’Hollywood Boulevard piuttosto che all’interno delle Langhe. Ottimo l’episodio slow del lotto, quella I’ve Lost the Way che suona tanto calda e avvolgente tanto da riuscire a far alzare dal divano e imbracciare la bottiglia di Jack Daniel’s. Time to Rock rispolvera il vecchio, tamarro, Ron Keel style mentre il resto dei pezzi, con varie colorazioni, attraversa in maniera egregia tutto lo spettro musicale di LA negli anni Ottanta, grazie all’ugola sufficientemente alcolica di Meku Bones e al pregiato supporto ritmico degli altri due pard.
Gran bell’esordio, quindi, ci vediamo però alla prossima incisione dove auspico, senza mezzi termini, che i Bad Bones riescano a trasportare la Loro irrefrenabile energia anche all’interno dei solchi del dischetto ottico.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01 Poser
02 Crazy Little Star
03 One Shot
04 Time to Rock
05 Castaway
06 Bad Bone Bolgie
07 Spaghetti Western
08 Into the Madhouse
09 Bar Fight
10 Ain’t Gonna Live Forever
11 I’ve Lost the Way
Line-up:
Meku Bones – vocals, guitar
Steve Bones – bass
Lele Bones – drums
