Recensione: Smash The Gates
Nonostante le sistematiche dichiarazioni di morte sicura e imminente da parte di alcuni benpensanti, scribacchini illuminati e di professione residenti su quotidiani nazionali redatte in molti anni, la favola dell’heavy metal continua, sbugiardando le stirpi – con discendenze annesse – di cui sopra a suon di concerti, nuovi dischi e un movimento che, seppur talvolta ipocondriaco, continua a resistere alle bordate distruttive del sistema palazzo. Il far fronte a questi reiterati, anche se sornioni attacchi, avviene molto spesso con i piccoli gesti, soprattutto quando l’unità di vedute riguardo a un genere è lontana dall’essere comune, quantomeno a livello di comandamenti. Gianluca Silvi, mastermind degli italiani Battle Ram, è uno degli eroi di questa piccola/grande battaglia ideologica. Da sempre irradiato dalla luce del sacro HM, il chitarrista marchigiano nell’ultimo decennio si è prodigato nel diffondere la fede rinunciando a una vita costruita sui proclami da tastiera, sempre più spesso fini a se stessi. Ai fatti ha fatto seguire fatti, dimostrandosi infaticabile attivista nel dare una mano agli eventi musicali degni di essere supportati, così come nel portare avanti il suo sogno, chiamato Ariete Da Battaglia, portando in giro per il Belpaese – e non solo – il suo sorriso unito a una disponibilità contagiosa.
L’entusiasmo e la pulizia d’animo pagano sempre, nella vita, anche se i tempi paiono ogni giorno di più difficili per la realizzazione piena di questi nobili sentimenti. I Battle Ram, con un solo demo all’attivo risalente al 2003, hanno infatti calcato palchi onorevolissimi, come quelli del Tradate Iron Fest, Play It Loud! e Keep It True in terra germanica, tanto per citarne alcuni. Ora è la volta della prima uscita ufficiale, non a caso a opera della sempre capillare My Graveyard Productions, anche se non si tratta di un album a tutti gli effetti, ma di un semplice antipasto sotto forma di Ep di quello che sarà l’esordio su full length, presumibilmente intitolato Long Live The Ram.
La tenzone ha inizio con il primo inedito, intitolato Smash The Gates, un monolite di acciaio epico sulla scia dei Dark Quarterer più diretti. Da sottolineare che può più l’attitudine del suono, non particolarmente ficcante, ma tant’è. La crociata prosegue attraverso la successiva A Warriors’s Life And Death, dall’inclinazione più solare e “americana”, di stampo Manowar classico ma sempre e comunque generosa verso la lezione dei grandi del genere al di là dell’oceano. Per chi scrive l’highlight di Smash The Gates. Per certi versi inaspettata irrompe, è proprio il caso di dirlo, la traccia numero tre, cover “del brano” degli Angel Witch, ovvero la stessa “Angel Witch”, riproposta dai Nostri senza particolari variazioni rispetto al tema originale. Seguono tre brani tratti dall’unico demo della carriera, fra i quali spicca la splendida Dark Command, in versione acustica e con un Franco Sgattoni da pelle d’oca. Chiudono Burning Lives e The Vow registrate dal vivo al Keep It True Festival X edizione, entrambe dalla buona resa e che danno un’idea del muro di suono operato dai Battle Ram sulle assi di un palco. Booklet essenziale di quattro pagine, con i testi delle due canzoni nuove e obbligatoria foto della band sul retro dell’ariete posto in copertina. D’altri tempi la back cover del Cd, con 4/5 dei Battle Ram impegnati alla luce del giorno in uno dei tanti concerti della Loro storia. Ora, dopo che i “Cancelli” sono stati violati, c’è il full length all’orizzonte…
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1 – Smash The Gates
2 – A Warriors’s Life And Death
3 – Angel Witch (Angel Witch cover)
4 – Dark Command (Acoustic Version)
5 – Burning Lives (Live at KIT X)
6 – The Vow (Live at KIT X)
Line-up:
Guitars: Gianluca Silvi
Vocals: Franco Sgattoni
Guitars: Davide Natali
Bass: Arnaldo Rosati
Drums: Pierpaolo Sita